Passa ai contenuti principali

Lenta, il cimitero dei tank italiani VS uno studio scadente sulla ciclicità della guerra




Un documentario sul cimitero dei carri armati italiani: Lenta a Vercelli

Trends and fluctuations in the severity of interstate wars

Il secondo argomento della bloggata, è uno studio scientifico (molto malfatto), sulle ciclicità delle guerre.


Sono parecchie le critiche apponibili:
  • La serie storica delle guerre non è evidenziata in dettaglio, ossia la serie di date proposte non ha etichette storiche relative a che tipo di guerre, battaglie, rivolte, guerre civili si trattino. Tale mancanza non è pleonastica o cosa da poco. Gli stati del sistema sono sempre TRE: a)pace, b)guerra civile ossia contendenti (0=n-1), c)guerra ossia con almeno 1 contendente (n-1>1)
    Ovviamente una cosa è costruire una serie storica conteggiando anche le guerre civili, altra cosa è espellere dalla serie storica gli stati del sistema con guerre civili, per focalizzarsi solo su problema "Guerra e Pace" in conflitti con almeno 2 contendenti. 
  • La serie storica inizia dal 1823 e termina nel 2003 ma non se ne capiscono le ragioni logiche, in quanto nel paper non è esposto alcun criterio militare o tecnico su tale serie storica. Lo spartiacque TECNOLOGICO dovrebbe valere tra guerre (di ogni tipo) detonate prima dell'introduzione della polvere da sparo e guerre esplose dopo l'introduzione della polvere da sparo. Inoltre le guerre guerreggiate nel 1823 non avevano tattiche ed equipaggiamenti così tanto diversi dalle carneficine delle battaglie campali di terra e di mare, detonate nel 1700DC oppure nel 1600DC quindi non si capisce la ratio dello studio nell'escludere soggettivamente tutte le guerre e battaglie e rivolte di due secoli prima!.

  • Il ricercatore non effettua alcuna analisi nel XXI secolo per stimare come mai potrebbero esserci delle guerre. Invece per provare a stimare quale sarà la prossima guerra: 
a-prima di tutto bisogna sapere perchè si combatterà, 
b-una volta che si sa perchè si combatterà, allora si può dedurre chi combatterà
c-sapendo perchè e chi combatterà, si può inferire dove e come si potrebbe combattere e monitorando i progressi qualitativi/quantitativi, si potrà dire prima della detonazione della guerra, come la si combatterà. 
  • E' più difficile, se non impossibile predire quando si combatterà: non essendo il futuro ne noto e neppure già scritto, dato che la guerra è un processo che risponde a mutabili, la previsione corretta più attinente è una (o più) condizione/i qualitativa/e che potrà/anno far detonare la guerra!. Ad es IF A then WAR, ma sino a quando A non si verifica, la situazione del sistema resterebbe in pace (al più potrebbero emergere eventi clone da dentro al rumore di fondo, SE e SOLO SE gli attrattori guerrafondaici disponessero di talune proprietà...)
Infatti le guerre sono eventi ripetitivi e ragionevolmente prevedibili, Clausewitz ne diede una definizione ed un'analisi splendida, su cosa sia la Guerra, tale approccio è attuale ancora oggi (facendo le dovute differenze in ambito tecnologico sui campi di battaglia).

La storia si ripete e chi non ha memoria, è costretto a riveder replicato il pattern, ancorchè in diverse varianti.

Ecco perchè
  1. La segmentazione del mondo per aree E l'analisi di ricorrenze (applicando la banale logica dell'analogia) permette l'identificazione d'eventi storici ricorrenti (permutati e/o ripetuti), a prescindere dalle cause storiche locali di detonazione delle guerre.
  2. E' possibile inferire in taluni casi, l'esistenza o meno di una ciclicità, che però non deve IMHO essere intesa in senso di periodo temporale entro cui un misterioso corno faccia scoppiare una guerra, l'approccio è errato dato che le cause di detonazione delle guerre sono sempre diverse e sono sempre locali, in quanto nel contesto storico ci sono attori diversi e contesti diversi, e le ragioni di guerra mutano nel tempo. La ciclicità va intesa in termini di ORBITA QUALITATIVA attorno ad un attrattore caotico guerraffondaico ;-)
  3. La ciclicità se esiste, può essere sfruttata a favore di una previsione, invertendo i fattori di contesto i quali SE concordano con uno scenario planning (metodo ottimo per esplorare il futuro per coglierne le cause future di detonazione) allora indicano la validità di un pattern predittivo.
  4. Osservando la storia umana dal 476DC sino al 1945DC è possibile identificare facilmente nella storia europea, dei pesanti elementi di caos deterministico in Europa.
Esistono quindi delle traiettorie strategiche di lungo periodo, che mutano direzione e generano la storia umana, spesso queste virate storiche dipendono delle condizioni iniziali al contesto E per eventi improvvisi che poi ne modificano in modo non più reversibile il contesto, causando una transizione di fase ossia l'inizio di una divergenza! (intesa in senso tra com'è il contesto in guerra, rispetto a come avrebbe potuto essere il contesto se la guerra non fosse esplosa)


Facendo qualche piccola analisi quantitativa (tenendo bene a mente, le profonde differenze qualitative presenti nella serie storica) si può aggiungere la colonna della durata della guerra (minimo un anno, anche qualora fosse stata più breve) per evincere quanto segue:
  1. Durante la fase delle Guerre tra Stati Nazionali [1568-1940] il fenomeno della guerra si è acutizzato: dalla prima fase della guerra degli stati nazionali, alla proliferazione industriale degli armamenti, la distanza media tra la fine di un conflitto e l'inizio del successivo, si è molto ridotta, contemporaneamente è scesa anche la lunghezza temporale media degli eventi bellici.
  2. Durante la fase della Guerra Fredda [1948-1991] la distanza media tra un evento bellico ed il suo successivo si è dimezzata, mentre la durata media delle guerra è rimasta invariata. Il confronto diretto tra le due superpotenze non c'è stato in quanto entrambi i contendenti hanno dimostrato RAZIONALITÀ, facendo combattere i propri proxies.
  3. Durante la fase MULTIPOLARE [t>1992] le guerre sono diventate assai più sporadiche rispetto al periodo della Guerra Fredda, la cui distanza temporale media è tuttavia simile alla fase più acuta delle guerre degli stati nazionali, avendo anche un'allungamento della durata media dei conflitti (guerre regionali, combattute convenzionalmente e limitate)
Considerando che nel XXI secolo siamo in un contesto MULTIPOLARE (mutabile simile alle lotte degli Stati Nazionali) con una proliferazione nucleare tattica (mutabile parzialmente simile alla fase della Guerra Fredda), si può inferire due ipotesi circa il trend futuro delle guerre nel XXI secolo:
  • Ipotesi H0: Così come gli stati nazionali si sono combattuti nelle fasi storiche precedenti, analogamente nella fase MULTIPOLARE gli attori MULTIPOLARI del XXI secolo si scontreranno, causando una riduzione della distanza media temporale degli eventi bellici (detonazione a catena con un escalation di un confronto diretto MULTIPOLARE) generando anche una contestuale riduzione della durata media dei conflitti.
  • Ipotesi H1: Così come nella guerra fredda i contendenti furono razionali evitando il confronto diretto, analogamente nella fase MULTIPOLARE gli attori del XXI secolo saranno razionali evitando lo scontro diretto, ma causeranno come nella fase della Guerra Fredda a mondo BIPOLARE, tanti conflitti regionali minori, che però non escaleranno in un confronto diretto tra i players multipolari, ma tali guerre genereranno una riduzione della distanza media temporale (detonazione ad effetto di campo minato) con una contestuale riduzione della durata media dei conflitti.


E' certamente vero che il futuro non è noto e non è scritto, ed è certamente sempre molto pericoloso mettersi a dare i numeri, aggregando eventi storici detonati in passato per cause contingenti ai rispettivi secoli di appartenenza. Poichè il futuro è sconosciuto, è anche impossibile conoscere a priori la distribuzione futura delle guerre nel XXI secolo (ne per numero, ne per loro durata, ne per loro data di detonazione) che potranno detonare per cause tutte contingenti al XXI secolo. Tuttavia, riclassificando la serie storica di cui sopra, evidenziando per Secoli il numero dei conflitti, quanto il tempo speso dall'umanità a farsi la guerra in ogni secolo medesimo, si giunge a questa nuova tabella.
In media ci sono 3.8 guerre per secolo, che consumano in media almeno 35.2 anni, ossia in media ogni secolo più di un terzo del tempo di ogni secolo è sistematicamente sempre bruciato dall'umanità a farsi la guerra!.

Sino ad oggi (siamo appena all'inizio del primo ventennio del XXI secolo), abbiamo osservato solo 2 guerre (non ancora terminate) che sono durate almeno 24 anni. Ci si potrebbe chiedere, quanto già osservato sino ad ora, provenga o meno dallo stesso universo storico-gaussiano, che è stato osservato nei 5 secoli precedenti ,cioè sin dall'avvento della polvere da sparo!. In che misura, c'è la possibilità storico-gaussiana che nei restanti futuri 80 anni del XXI secolo, vi siano altre guerre future che detoneranno violentemente nel XXI secolo?

La risposta storico-gaussiana è impietosa: sia per numero di eventi bellici, sia per loro durata; i dati osservati sino ad oggi indicano che il campione rilevato del primo ventennio del XXI secolo è collocabile ampiamente alla SX della distribuzione storico-gaussiana, in altri termini è potenzialmente alta la possibilità storico-statistica che detonino altre guerre, prima della fine del XXI secolo.


Argomenti Correlati: