Traduzione in italiano, per gli utenti italiani non dotati di skills linguistici in inglese, della conferenza online di YouTube denominata: Doorway to Hell: expert talks Arctic permafrost thaw
Come il cambiamento climatico impatta e che cosa implica e cosa l'umanità può fare?! Una conferenza del 11/5/2017 del geofisico prof.V.Romanovsky dell'Università dell'Alaska Fairbanks che discute sugli impatti dello scioglimento del permafrost in Siberia.
I dati noti nei modelli climatici spiegano come si sta comportando il clima sulla terra, per quanto riguarda gli eventi atmosferici, le slide sono riferite al 1970-2017 dove le temperature circumpolari si stanno elevando, anche in modo significativo e non ci sono dubbi!. Non è un fenomeno limitato all'Alaska ma si estende in Siberia, in tutta la zona circumpolare e questa zona si sta scaldando più rapidamente dell'oceano Polare (causato dal cambio di albedo per la riduzione dei ghiacci nei periodi estate-autunno). In Alaska la temperatura 20mt sotto terra è salita di +3°C negli ultimi 35 anni e questo è un valore estremamente alto!. Tale trend vale per tutto il permafrost freddo che attualmente è ad una temperatura di -1.5°C ossia un valore molto vicino allo scioglimento!. Le temperature al suolo seguono il trend delle temperature in atmosfera, l'inerzia termica del suolo e del permafrost è quindi molto bassa rispetto a quello del mar polare. Se quindi tutto il permafrost continuerà a fare quello che ha sempre fatto negli ultimi 30 anni, lo zero termico del permafrost in tutta la Siberia sarà raggiunto entro il 2050.
Che impatti avrà quindi il permafrost sul clima mondiale quando sarà in scioglimento?!
Per valutare tale impatto, occorre usare un modello climatico più complesso che però lavora con ipotesi di cambiamento climatico atmosferico a trend moderato dell'IPCC da +4.5°C con il risultato che una larga parte della prima fascia del permafrost sarà dissolta. Entro la fine del 2100 la perdita di permafrost sarà ancora più pesante!. Gli impatti globali di ciò implicheranno il rilascio di GAS ad EFFETTO SERRA che attualmente giacciono catturati nel ghiaccio ad una profondità di 2mt-3mt. In questo strato di suolo c'è più gas serra di quanti ce ne siano attualmente nell'atmosfera oggi!. Se ci fosse un rilascio di queste quantità, che rappresentano la vera wild card, la concentrazione di gas serra in atmosfera triplicherebbe, spingendo severamente al rialzo le valutazioni iniziali del modello climatico oltre +4.5°C
Anche applicando altri modelli, si scopre che comunque entro il 2100 una percentuale tra il 5% ed il 15% della quantità di GAS SERRA intrappolati nei primi 3mt di permafrost sarebbero comunque rilasciati, di cui la maggioranza sarebbe Metano piuttosto che CO2.
Ne consegue che occorre tenere presente di questi trend in rilascio di tali emissioni, altrimenti gli obiettivi fissati dall'accordo di Parigi non saranno mai raggiunti!!. E poichè l'accordo di Parigi non ne tiene di conto, l'accordo stipulato è sicuramente inefficace ed insufficiente.
La seconda vera wild card sono poi gli idrati di metano: vi sono ampie zone in Siberia dove il permafrost è sott'acqua ma 10mila anni fà era sulla terra, poi il mare s'alzò di livello e quelle aree finirono sott'acqua. Quando il polo Nord diventerà libero dai ghiacci, ci sarà un forte cambio d'albedo, anche con l'inerzia termica dell'oceano polare, accadrà un cambiamento di temperatura dell'acqua e questo impatterà sugli idrati di metano, che sono per adesso sott'acqua.
La questione è si struggeranno oppure no, gli idrati di metano?!
Attualmente il processo di scioglimento subacqueo è già in atto, ogni anno i colleghi russi si recano in Siberia in estate/autunno e misurano la concentrazione di Metano nell'oceano Polare, registrando sempre valori molto alti sia nelle acque basse quanto nelle acque profonde.
Un nuovo fenomeno osservato in Siberia sono la creazione d'enormi crateri, spesso da 15mt di profondità e 30mt di diametro, che vengono scoperti sempre più frequentemente. Questi crateri sono causati dal melting del tappo del permafrost, con rilascio di sacche di gas serra composte principalmente da Metano che fanno gonfiare come una collina il terreno, poi scoppiano rilasciando gas serra. Ispezioni dentro il cratere hanno indicato la presenza di alte concentrazioni di Metano. Abbiamo centinaia di migliaia di crateri che oggi sono diventati piccoli laghetti.
Il secondo impatto del melting del permafrost comporta danni a strade, fondamenta, gasdotti, a causa del bradisismo che si genera, danneggiando tutte le strutture fisse che sono state costruite in area circumpolare.
Domande e risposte dal pubblico:
Il permafrost si sta sciogliendo in modo irreversibile oppure c'è qualcosa che possiamo fare per invertire la tendenza?!
prof.V.Romanovsky:"E' una buona domanda, a causa dei meccanismi di positive feedback, il fenomeno di melting del permafrost sarebbe parzialmente reversibile se il clima iniziasse a raffreddare. La parte irreversibile è il rilascio del Metano che è stato intrappolato per centinaia o migliaia di anni, oltre al fatto che le masse di Metano coinvolte in questo meccanismo sono superiori a tutta la quantità di gas serra attualmente presenti in atmosfera. Certo se ci fosse una nuova era glaciale, tutto verrebbe rimesso apposto, ma è forse questione di milioni di anni seguendo il ciclo solare."
Che cosa dice del trend della degradazione del permafrost e delle temperature al polo Nord, la sorprende?!
prof.V.Romanovsky:"Sì, molti altri scienziati sono così sorpresi che nemmeno ci credono!. Ora la questione dello scioglimento degli idrati di metano è una variabile chiave degli scenari, è soprendente che il processo si sia messo in moto, perchè si riteneva che tale processo fosse fisiologico ossia rilasci in estate-autunno, ricongelamento in inverno-primavera perchè è quello che stato osservato nel passato. Il fatto è che 10-15 anni fà questo trend ha preso ha cambiare, all'interno di una continua variazione naturale."
Come il cambiamento climatico impatta e che cosa implica e cosa l'umanità può fare?! Una conferenza del 11/5/2017 del geofisico prof.V.Romanovsky dell'Università dell'Alaska Fairbanks che discute sugli impatti dello scioglimento del permafrost in Siberia.
2017 Science for Alaska Lecture Series February 21, Vladimir Romanovsky, Professor, UAF GI (reloaded on Youtube)
I dati noti nei modelli climatici spiegano come si sta comportando il clima sulla terra, per quanto riguarda gli eventi atmosferici, le slide sono riferite al 1970-2017 dove le temperature circumpolari si stanno elevando, anche in modo significativo e non ci sono dubbi!. Non è un fenomeno limitato all'Alaska ma si estende in Siberia, in tutta la zona circumpolare e questa zona si sta scaldando più rapidamente dell'oceano Polare (causato dal cambio di albedo per la riduzione dei ghiacci nei periodi estate-autunno). In Alaska la temperatura 20mt sotto terra è salita di +3°C negli ultimi 35 anni e questo è un valore estremamente alto!. Tale trend vale per tutto il permafrost freddo che attualmente è ad una temperatura di -1.5°C ossia un valore molto vicino allo scioglimento!. Le temperature al suolo seguono il trend delle temperature in atmosfera, l'inerzia termica del suolo e del permafrost è quindi molto bassa rispetto a quello del mar polare. Se quindi tutto il permafrost continuerà a fare quello che ha sempre fatto negli ultimi 30 anni, lo zero termico del permafrost in tutta la Siberia sarà raggiunto entro il 2050.
Che impatti avrà quindi il permafrost sul clima mondiale quando sarà in scioglimento?!
Per valutare tale impatto, occorre usare un modello climatico più complesso che però lavora con ipotesi di cambiamento climatico atmosferico a trend moderato dell'IPCC da +4.5°C con il risultato che una larga parte della prima fascia del permafrost sarà dissolta. Entro la fine del 2100 la perdita di permafrost sarà ancora più pesante!. Gli impatti globali di ciò implicheranno il rilascio di GAS ad EFFETTO SERRA che attualmente giacciono catturati nel ghiaccio ad una profondità di 2mt-3mt. In questo strato di suolo c'è più gas serra di quanti ce ne siano attualmente nell'atmosfera oggi!. Se ci fosse un rilascio di queste quantità, che rappresentano la vera wild card, la concentrazione di gas serra in atmosfera triplicherebbe, spingendo severamente al rialzo le valutazioni iniziali del modello climatico oltre +4.5°C
Anche applicando altri modelli, si scopre che comunque entro il 2100 una percentuale tra il 5% ed il 15% della quantità di GAS SERRA intrappolati nei primi 3mt di permafrost sarebbero comunque rilasciati, di cui la maggioranza sarebbe Metano piuttosto che CO2.
Ne consegue che occorre tenere presente di questi trend in rilascio di tali emissioni, altrimenti gli obiettivi fissati dall'accordo di Parigi non saranno mai raggiunti!!. E poichè l'accordo di Parigi non ne tiene di conto, l'accordo stipulato è sicuramente inefficace ed insufficiente.
La seconda vera wild card sono poi gli idrati di metano: vi sono ampie zone in Siberia dove il permafrost è sott'acqua ma 10mila anni fà era sulla terra, poi il mare s'alzò di livello e quelle aree finirono sott'acqua. Quando il polo Nord diventerà libero dai ghiacci, ci sarà un forte cambio d'albedo, anche con l'inerzia termica dell'oceano polare, accadrà un cambiamento di temperatura dell'acqua e questo impatterà sugli idrati di metano, che sono per adesso sott'acqua.
La questione è si struggeranno oppure no, gli idrati di metano?!
Attualmente il processo di scioglimento subacqueo è già in atto, ogni anno i colleghi russi si recano in Siberia in estate/autunno e misurano la concentrazione di Metano nell'oceano Polare, registrando sempre valori molto alti sia nelle acque basse quanto nelle acque profonde.
Un nuovo fenomeno osservato in Siberia sono la creazione d'enormi crateri, spesso da 15mt di profondità e 30mt di diametro, che vengono scoperti sempre più frequentemente. Questi crateri sono causati dal melting del tappo del permafrost, con rilascio di sacche di gas serra composte principalmente da Metano che fanno gonfiare come una collina il terreno, poi scoppiano rilasciando gas serra. Ispezioni dentro il cratere hanno indicato la presenza di alte concentrazioni di Metano. Abbiamo centinaia di migliaia di crateri che oggi sono diventati piccoli laghetti.
Il secondo impatto del melting del permafrost comporta danni a strade, fondamenta, gasdotti, a causa del bradisismo che si genera, danneggiando tutte le strutture fisse che sono state costruite in area circumpolare.
Domande e risposte dal pubblico:
Il permafrost si sta sciogliendo in modo irreversibile oppure c'è qualcosa che possiamo fare per invertire la tendenza?!
prof.V.Romanovsky:"E' una buona domanda, a causa dei meccanismi di positive feedback, il fenomeno di melting del permafrost sarebbe parzialmente reversibile se il clima iniziasse a raffreddare. La parte irreversibile è il rilascio del Metano che è stato intrappolato per centinaia o migliaia di anni, oltre al fatto che le masse di Metano coinvolte in questo meccanismo sono superiori a tutta la quantità di gas serra attualmente presenti in atmosfera. Certo se ci fosse una nuova era glaciale, tutto verrebbe rimesso apposto, ma è forse questione di milioni di anni seguendo il ciclo solare."
Che cosa dice del trend della degradazione del permafrost e delle temperature al polo Nord, la sorprende?!
prof.V.Romanovsky:"Sì, molti altri scienziati sono così sorpresi che nemmeno ci credono!. Ora la questione dello scioglimento degli idrati di metano è una variabile chiave degli scenari, è soprendente che il processo si sia messo in moto, perchè si riteneva che tale processo fosse fisiologico ossia rilasci in estate-autunno, ricongelamento in inverno-primavera perchè è quello che stato osservato nel passato. Il fatto è che 10-15 anni fà questo trend ha preso ha cambiare, all'interno di una continua variazione naturale."