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Fiscal Compact e Stati Uniti d'Europa

http://www.ilpost.it/2014/04/17/fiscal-compact/
https://it.wikipedia.org/wiki/Patto_di_bilancio_europeo

"per i paesi con un rapporto tra debito e PIL superiore al 60 per cento previsto da Maastricht, l’obbligo di ridurre il rapporto di almeno 1/20esimo all’anno, per raggiungere quel rapporto considerato “sano” del 60%. In Italia il debito pubblico ha sforato i 2300 miliardi di euro, intorno al 135% del PIL. Per i paesi che sono appena rientrati sotto la soglia del 3 per cento nel rapporto tra deficit e PIL, come l’Italia, i controlli su questo vincolo inizieranno nel 2016."
Ossia l'obbligo per i Paesi con un debito pubblico superiore al 60% del PIL, di ridurre ogni anno di un ventesimo dell'eccedenza;

C'é da tenere presente che il quoziente debito/pil italiano oggi é peggiorato rispetto alla data dell'articolo, siamo al 135% grazie a tutta la flessibilità già spesa da "Renzi" e poiché il pil italiano é rimasto praticamente stagnante per il 2015 ed ha fatto lo stesso nel 2016 e nel 2017 (in quanto il primo trimestre di crescita 2017 è stato cavato fuori dall'ISTAT da un tasso d'inflazione negativo che proviene da campione palesemente distorto, dato che in tutta Europa ed anche in Italia il livello dei prezzi è lievemente cresciuto, così come indicato dal coefficiente del livello dei prezzi di operai ed impiegati).

A spanna larga 135-60=75% debito da rientrare con rate di 1/20 all'anno che detto in soldoni, fatto il pil italiano costante a 1500MLD c'è da rientrare di un importo pari al
1500*0.75=1125MLD in 20 anni ossia
1125MLD/20=56MLD circa all'anno.
Poiché le stime grossolane sono fatte su un pil costante italiano di 1500MLD e dato che il tessuto industriale italiano é in dissolvimento, ed il trend italiano continua ad essere negativo, in linea con una bassa crescita inferiore alla media come negli ultimi 20 anni, direi che é ragionevole attendersi ulteriori cali di pil nei prossimi anni, che si rifletteranno su valori più alti di rate di rientro all'anno per il noto meccanismo del quoziente.

Aggiungiamo altri fatti ben noti nel mondo della finanza:
  • Draghi lascia la BCE il 31.10.2019 poi ci sarà un governatore teutonico oppure di scuola teutonica, uno di quelli che pensa che é il risparmio a fare lo sviluppo non il debito.
  • Un prossimo governatore BCE che non si farà intenerire dall'autoinvasione dell'Africa Ferries pianificata e realizzata da "Renzi svuota Africa", in quanto l'unica cosa di cui ha realmente bisogno l'Africa sarebbe una seria politica di controllo delle nascite!
  • E' pur vero che "Renzi" ha gia' posticipato 2 volte il FISCAL COMPACT e non può piu posticiparlo ancora, quindi la prima rata di rientro del debito pubblico italiano per 56-60MLD sarà questione della finanziaria 2019 ossia tema del Settembre 2018.
  • Il QE di Draghi ha comprato tempo alla crisi Italiana, (arginando la crisi finanziaria 2011 che si era già ripetuta nel 1992) ma non ha rimosso le cause.

Obiettivamente é piu' probabile che geli l'inferno, piuttosto che l'Italia proceda anche al solo pagamento di una sola rata da 60MILIARDI di buy back di titoli pubblici, come previsto nel fiscal compact.

Quindi:

a) l'Italia fa DEFAULT dentro la BCE 
E' indubbio che il DEFAULT controllato dentro BCE se l'Italia lo farà, sarà fatto quando ancora c'é Draghi in BCE, perché un teutonico non accetterà mai un default dentro la BCE. Tantomeno poi un governatore teutonico dopo il default, accetterebbe di comprare titoli cartastraccia italiani (dopo il default italiano, il rating scenderebbe ad un livello non più operabile) per cui per i fabbisogni finanziari futuri post DEFAULT dell'Italia, i danari sarebbero reperibili solo presso il mercato finanziario (pagandoci in Euro tassi capestro, oppure se in Lire tassi da fucilata in testa)

b) l'Italia consolida il proprio debito pubblico, trasformandolo in una rendita perpetua risibile, per i detentori dei titoli di stato!.

c) l'Italia tira la sola ai debitori:un convertendo forzoso in azioni di un Fondo composto di belle arti, musei, beni patrimoniali disponibili, rifilando ai sottoscrittori di titoli di stato italiani, una pesante perdita in conto capitale, grazie a cespiti sopravvalutati con un tasso di concambio sfavorevole e con aspettative ridicole di redditività.

d) italiche calende greche: ossia la rinegoziazione del fiscal compact per qualche INTERCESSIONE ALIENA incide modificando la percentuale di rientro del debito annuo (da 1/20 ad esempio ad 1/100), con un più lungo tempo di dilazionamento del fiscal compact oppure passa il delirio fraudolento di smettere di contare la crescita del debito pubblico dilapidato in pseudi investimenti in conto capitale, dato che poi le politiche pubbliche finiranno bruciate nei buchi neri supermassivi della p.a. decentrata così come è sempre stato e come sempre sarà.

E' difficile IMHO che avvenga quest'ultima ipotesi, dato che i teutonici di gvande cermania hanno sottoscritto garanzie su percentuali di debito pubblico italiano, ed essendo già stati "bruciati" dal botto finanziario greco, dubito che accetteranno di comprare altra merda italica!.

e)l'Italia esce dall'Euro facendo contestualmente un botto termofinanziario che innescherà nella penisola italica processi dissolutivi e disgregativi non reversibili.

Quali gli impatti da un'uscita dall'Euro?!
  1. E' difficile che sia permesso all'Italia di trasformare i propri titoli di debito pubblico divenuti Toxic Assets (a causa del default) e contemporaneamente continuare ad esportare nei mercati del made in euro, dato che i paesi europei tenderebbero a proteggere il "made in Euro", facendo perdere una larga fetta del 70% dell'export italiano prezzato in Euro, mentre é solo il 30% circa quello fatto in Dollari.
    La svalutazione della Lira non porterebbe giovamento alle aziende italiane, dato che i prodotti indiani, cinesi, sud Koreani oltre ad essere di minore costo hanno anche qualità rapidamente crescente (con un contenuto di brevetti in aumento a causa del fatto che il tessuto industriale cinese, indiano, giapponese, sud Koreano, taiwnanense è composto da grandi aziende capaci di fare ricerca e sviluppo applicata)
    inoltre le aziende italiane importerebbero inflazione, dato che petrolio, energia elettrica, gas, materie prime, semilavorati costerebbero di più. In un contesto ad alta inflazione le aziende muoiono oppure delocalizzaerebbero rientrando dentro l'aerea Euro, per banali ragioni di sovravvivenza economica, accentuando così il processo di desertificazione economica.

  2. Dentro ad un modello IS-LM il nuovo punto di equilibrio sarebbe instabile, avremmo una più alta inflazione ed un livello del reddito assai più basso, l'economia continuerebbe a slittare in uno spazio di punti con crescente inflazione e minore reddito. Per dirla dentro al modello di Phelps di lungo periodo: il sentiero storico delle combinazioni (inflazione, disoccupazione) in Italia s'avvierebbe su un trend con più alti valori di entrambi.
  3. Per dirla in parole povere gli anni sessanta sono passati: oggi c'é la Cina, l'India, il sud Korea, le tigri asiatiche e pure i paesi dell'Est Europa, é un mondo competitivo e nel futuro la situazione peggiorerà perchè ci saranno anche i danni da climate change e le migrazioni che causeranno guerre. Molti sono i treni tecnologici che ha perso l'Italia con tanti distretti industriali chiusi e senza brevetti, non si va da nessuna parte!. La dimensione media del tessuto industriale italiano non supera le 10 persone, per cui non c'é modo per queste combinazioni produttive di creare innovazioni di prodotto e processo, non potendo fare ricerca & sviluppo applicata.
Il cavallo dell'economia italiano é morto e per mitigare il declino occorre uno stato con una p.a. più leggera (senza regioni, senza grandi aree metropolitane, senza provincie, senza comunità montane) per abbassare tasse & imposte, avendo come vantaggio un contestuale incardinamento dell'Italia negli Stati Uniti d'Europa (devolvendo le competenze della difesa e della politica estera).

Infatti se nascessero gli USE (USE Army, USE Navy, USE AirForce) ci sarebbero imposte federali per garantire la sicurezza di mezzo miliardo di Europei. Ma l'Italia conferirebbe beni patrimoniali indisponibili e beni demaniali (Esercito Italiano, Marina Militare Italiana, Aeronautica Militare Italiana) vedendosi riconosciuto un valore di tali cespiti. Valore che andrebbe in compensazione con la BCE (banca degli USE) ammortando una bella quota di debito già detenuto dalla BCE. Sparirebbero dai bilancio statali Europei tutti i costi della difesa e della politica estera (essendo le funzioni devolute agli USE) ma non sparirebbero le tasse e le imposte per i cittadini italiani, i quali dovrebbero sopportare un carico fiscale federale per disporre di una difesa (con vantaggi di MORE BANG for the BUCKS) ed una politica estera europea.

In Europa esiste già da molto tempo il Welfare State, è declinato in vario modo in ogni stato europeo a seconda della propria popolazione e della propria storia, per cui
1-è un delirio invocare un Welfare State Europeo essendoci già il Welfare State in ogni Stato Nazionale,
2-l'Italia non può chiedere ai tedeschi, polacchi, cechi, slovacchi, rumeni... di pagare tasse federali europee così che gli italiani possano mantenere i buchi rossi supermassivi della propria p.a. centrale e decentrata!.
3-Il Minimo Comune Denominatore di una politica Federale Europea è la Difesa ossia la nascita di USE Army, USE Navy, USE Airforce (ed eventualmente in un futuro, in un secondo momento, una FBI Europea e Magistratura Europea, per i reati penali federali).
Ci sarebbe una transizione di fase, in termini di CAOS DETERMINISTICO: l'Europa ritornerebbe in un orbita storica simile a quella dell'Impero Romano al culmine del suo potere, in quanto non ci sarebbero più guerre in Europa, semplicemente perché gli eserciti dei 27 paesi sparirebbero ed esisterebbero forze armate federali degli Stati Uniti d'Europa.

La nascita degli USE incardinerebbe l'Italia in Europa ma non rimuoverebbe le cause del declino economico.

Occorrerebbe IMHO adattare la Costituzione italiana, dove nella sua II parte descrive un sistema delle decisioni vetusto ed inefficiente che produce politiche innefficaci ed accatasta debito in modo sistematico!. 

Esiste dal 2001 una moltiplicazione di adempimenti esosi con crescenti imposte e tasse necessarie a finanziare un sistema delle decisioni pubbliche centrale e decentrato che è inefficiente caotico ed irrazionale, e che produce politiche inefficaci, accatastando debito in modo sistematico, essendo anche governato da politici stupidi e ladri. Il risultato di tale modello istituzionale è una vessazione di famiglie ed imprese con imposte ed adempimenti.

Sarebbe imperativo IMHO quindi:
  • introdurre il semi-presidenzialismo francese
  • segare via una camera parlamentare
  • sopprimere un livello di giudizio civile e penale (per equipararsi a quanto accade in Europa)
  • introdurre in costituzione i principi di una legge elettorale maggioritaria a doppio turno (in modo che successivi governi non possano scardinare il sistema modificando l'ordinaria legge elettorale)
  • correggere il semi-presidenzialismo mantenendo l'autonomia della magistratura & l'obbligatorietà dell'azione penale
  • elevare successivamente il quorum delle leggi costituzionali ai 3/4
  • introdurre in costituzione, l'obbligo di "blind trust" per i soggetti facenti parte dei soggetti economici detentori di licenze pubbliche. 
  • rivoltare l'art.115 e seguenti della Costituzione, capovolegendone l'aproccio e sopprimendo Regioni, Grandi aree Metropolitane, Provincie ed ovviamente licenziare in massa i relativi dipendenti pubblici (l'enorme esercito della p.a. decentrata che è produttrice di fogli A4 e concorre ad illeciti e malaffare).
  1. Agli USE sarebbero stati devoluti: difesa e politica estera (ci sarebbero tasse od imposte federali da pagare per permettere agli USE di fare arruolamenti, gestire i militari ed i sistemi d'arma conferiti dagli stati Europei, fare nuove acquisizioni di equipaggiamenti e sistemi d'arma). Come adesso la BCE farebbe la politica monetaria (moneta) mentre gli USE avrebbero competenza su tutela del risparmio, normativa sui mercati finanziari, tutela della concorrenza. Inoltre gli USE dovrebbero avere la competenza diretta ed esclusiva con direttive sulle Reti (acque bianche e nere, gas, elettricità, radiotelevisione, internet, satellite) senza che gli Stati nazionali possano modificarne il contenuto.
  2. All'art.116 e seguenti della Costituzione allo Stato resterebbero: organizzazione dello Stato nazionale, Ordine pubblico, Welfare State (istruzione, sanità, previdenza sociale, ricerca, diritto del lavoro, politiche sociali), Giustizia (avendo segato un livello di giudizio civile/penale equiparando a 2 livelli come in Europa, per i reati nazionali con la possibilità di devolvere successivamente agli USE i reati penali federali), Tutela ambientale, Rapporti tra le persone, Infrastrutture & Trasporti (senza la competenza esclusiva USE su reti idriche bianche/nere, gas, elettricità, ponti radio/connessioni internet e radiotelevisione, satellite), Ambiente & Foreste & Agricoltura.
  3. Ai Comuni resterebbero queste competenze: Autonomia Statutaria circa la legge elettorale (qualora non esplicitata dall'ente s'applicherebbe quella attuale maggioritaria a doppio turno), servizi Anagrafe, gestione delle reti urbane (acque bianche, nere, gas, illuminazione pubblica, cimiteri, porti e aeroporti, strade urbane e locali e tratti di superstrade, da assolvere a scelta del comune internamente od in concessione a privati), Welfare di prima necessità, oltre alle decisioni sulla Destinazione del territorio e localizzazione delle infrastrutture/linee di comunicazione, oltre interventi idrogeologici/idraulici/forestli, mantenimento di parchi e riserve.

Per evitare il caos fiscale delle aliquote sulle imposte comunali, i comuni:
  • dovrebbero sostenersi solo su una finanza di Trasferimento dallo Stato, e tali gettiti dovrebbero essere impignorabili ed insequestrabili (diventando così un limite all'indebitamento locale)
  • I comuni dovrebbero essere motivati a fondersi ma non dovrebbe essere permesso scindersi, creando nuovi comuni per scissione.
  • Con la contestuale soppressione di tutto il diritto amministrativo (si trasformerebbero le procedure dei bandi, in un banale controllo interno della p.a. con il limite alias controllo della Magistratura che eviterebbe il malaffare ed infiltrazioni mafiose e non) sparirebbero quindi automaticamente le norme e procedure e ricorsi legali ai TAR.
  • Ovviamente i Comuni dovrebbero perdere anche la contestuale garanzia pubblica e dovrebbero fallire, finendo per piantare buchi finanziari a banche, fornitori così come accade per le aziende private. Ad esempio, in caso di fallimento del comune applicando la normativa privata, il personale pubblico verrebbe licenziato, gli immobili e terreni aggrediti, con eventuale concorso in fallimento del sindaco e della giunta comunale. Ovviamente verrebbero indette nuove elezioni e giungerebbe una nuova amministrazione locale la quale, emetterebbe un nuovo bando per il personale (si creerebbe un ricambio fisiologico delle risorse umane, evitando infiltrazioni croniche) ed inizierebbe una nuova gestione, contando solo su una finanza di trasferimento.
  • La finanza di trasferimento Statale ai Comuni dovrebbe contemplare due tipi di Fondi: per le aree ad alta densità abitativa risorse commisurate alla popolazione per erogare i servizi base, ma nessun contributo dal Fondo per la protezione della Natura, avendo il loro territorio massicciamente cementificato. Per i piccoli comuni (che avessero deciso di non raggrupparsi) non prenderebbero un Euro di trasferimento essendo a bassissima densità abitativa, tuttavia vedrebbero ristorate le loro finanze dal Fondo per la protezione della Natura, dando così loro modo di mantenere inalterato il territorio di loro competenza (composto da parchi nazionali, campagne ed aree agricole).
  • Il licenziamento massivo dei dipendenti della p.a. decentrata di Regioni, Grandi Aree Metropolitane, Provincie che in sostanza producono solo fogli di carta A4, permetterebbe di aggredire e ripartire in altro modo una buona parte del Monte Salari pagato dallo Stato. In media circa, un dipendente pubblico costa come salario lordo (comprensivo di inps) E3000.00 al mese e per ogni dipendente pubblico licenziato si ricaverebbe un risparmio di E3000.00 che splittandolo in due permetterebbe di dare E1500.00 di minori oneri fiscali a famiglie/imprese in modo stabile, ripartire il restante valore di E1500.00 in altro modo. Ovviamente sarebbe inumano applicare una sana politica Thatcheriana lasciando sul marciapiede i dipendenti pubblici che con il tempo sono stati assunti dai politici con criteri clientelari dentro strutture pubbliche assolutamente inutili, quindi si potrebbe dare loro E300.00 d'integrazione al reddito al mese, assieme ad altri 4 disoccupati che attualmente non prendono niente in quanto "se magnano tutto i dipendenti pubblici". In tal modo, per ogni dipendente pubblico licenziato da Regioni, Grandi Aree Metropolitane, Provincie si potrebbe dare E1500.00 di minori imposte/tasse a famiglie/imprese in modo stabile, un'integrazione al reddito a 1+4 disoccupati.