Traduzione in italiano, per gli utenti italiani non dotati di skills linguistici adeguati per seguire in differita, l'interessante contenuto multimediale reperibile in YouTube intitolato: Carl Philipp Gottlieb von Clausewitz VS Antoine Henri Jomini
I volumi editi postumi per opera della moglie (tranne il primo libro che è opera definitiva) mostrano una sistematicità, una profondità di pensiero, che rendono attuale Clausewitz anche a distanza di due secoli!.
Della guerra è un'opera composta di otto libri, fu pubblicato nel 1832, ancor oggi è considerato uno dei più grandi trattati di strategia militare mai scritti, ancora oggi è adottato come libro di testo da numerose accademie militari.
La guerra è la continuazione della politica con altri mezzi: una classica definizione che motiva l'atto umano di uno scontro violento di volontà, perpetrato dall'uomo in tutta la sua lunga storia, che forse non avrà mai una fine, essendo connaturato all'anima umana.
La parte più importante dell'opera di Clausewitz è il primo libro, anche in virtù del fatto che la tecnologia con il tempo ha cambiato drasticamente i campi di battaglia.
https://it.wikipedia.org/wiki/Carl_von_Clausewitz
https://it.wikipedia.org/wiki/Della_guerra
Un altro autore contemporaneo che s'esercitò scrivendo un trattato sulla Guerra, fu Antoine-Henri Jomini (Payerne, 6 marzo 1779 – Parigi, 22 marzo 1869) fu un banchiere, militare e storico svizzero e fece parte dello stato maggiore di Ney e Napoleone. Le tattiche non sopravvivono ai cambiamenti dei tempi e soltanto le strategie rimangono valide nel tempo; i principi enunciati da Jomini furono tratti dall'osservazione delle precedenti campagne militari, sia di Alessandro il Grande che di Giulio Cesare così come quelle di Federico il Grande e Napoleone, queste ultime condotte dalla Grande Armée.
https://it.wikipedia.org/wiki/Antoine_de_Jomini
Non esistono in YouTube filmati di qualità in Italiano degni di essere linkati, intorno alla "Della Guerra" di C.von Clausewitz, per cui occorre affidarsi all'eccellente video-lettura del Combact Study Institute.
Il contesto storico di Jomini e Clausewitz.
Nel 1815 quando Napoleone fu sconfitto a Waterloo, prese il via una fase di restaurazione ed i nobili europei conclusero che una seconda rivoluzione francese non avrebbe più potuto aver luogo ed in modo ironico e curioso, i nobili del tempo pensarono che le ideologie della rivoluzione francese dovessero essere fermate e bloccate. E la migliore cosa da fare, era non mettere più la Francia in grado di minacciare la stabilità europea del tempo.
Che cosa è una teoria, come funziona e cosa fa una teoria sulla guerra?!
Dal punto di vista teorico, si tratta di una spiegazione generale ed organica sul fenomeno della guerra, e funziona perchè i l suo fine è quello di spiegare qualcosa. Tutti ritengono che una teoria debba avere anche il carattere predittivo, ma non è sempre vero, per le dinamiche sociali esistono anche teorie circoscritte che descrivono un contesto storico chiuso e limitato e che non hanno capacità predittive oltre tale contesto storico.
Le produzioni concettuali di Jomini e Clausewitz si concentrarono sullo spiegare il fenomeno Napoleone ed il suo operato, cosa che altrimenti sarebbe rimasto privo di una spiegazione razionale. Una teoria deve sempre fare riferimento al tempo ed allo spazio, altrimenti una teoria sulla guerra è inutile, per valutare quanto sia buona o cattiva una teoria è sufficiente osservare quanto questa sia capace di spiegare una dinamica e fare buone previsioni.
La teoria di Jomini spiega come ha fatto Napoleone a sopravvivere nel IXX°secolo, ma non è detto che la stessa teoria di Jomini risulti applicabile anche nel XX°secolo. Nel IXX°secolo la teoria della guerra di Jomini è sempre stata in competizione con la teoria di Clausewitz.
Tra le analogie da fare c'è sicuramente quella della teoria sportiva di un team, stagione dopo stagione, la necessità di giungere agli elementi minimi ed indispensabili: difesa ed attacco sportivo e per analogia le stesse cose che si ritrovano su un campo di battaglia. Quale è l'ambiente della guerra, come si comunicano gli ordini nella catena di comando, come si guida, come ci si addestra?!.
Chi era Jomini, in che contesto la sua teoria è valida?!
Quello che ebbe a definire Jomini dipendeva molto dalla sua biografia e dalle sue esperienze, analogamente si può comprendere quanto scrisse Clausewitz, seguendo la biografia e le campagne in cui prese parte. Entrambe le figure, Jomini e Clausewitz erano intellettuali per quel tempo, avevano accesso ai libri, sapevano leggere e scrivere, avevano accumulato un bagaglio culturale sufficiente per poter sintetizzare in astratto, quello che avevano vissuto, generando teorie per predirre il comportamento umano in guerra.
Le prime scuole militari furono istituite in Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti, ma per tutto il IXX°secolo i militari di carriera non sono mai stati dei geni, perchè non dovevi saper pensare molto in guerra e l'esercito era più carne da cannone. Le guerre napoleoniche furono le più grandi guerre mai combattute in Europa nel IXX°secolo con tantissimi uomini da entrambi i contendenti.
Jomini ha inventato una serie di gerghi tecnici: azione di massa, centro di gravità. Jomini nacque in Svizzera mentre Clausewitz nacque vicino a Berlino e furono contemporanei, entrambi di una borghesia media, vissero in un mondo che all'epoca era rivoluzionario. Jomini fu un opportunista ed un teorico, tutta la sua vita la spese nell'ottenere uno stato sociale migliore, nel regime in cui servì salvo che nell'ultima parte della sua vita, fu più un Free Agent.
Jomini ebbe modo di mettere su carta tutte le sue idee, mentre Clausewitz fu più riflessivo, la sua opera risulta incompleta e postuma, perchè durante tutta la sua vita Clausewitz cercò di formalizzare e sistemare i suoi concetti teorici. Clausewitz fu un pensatore induttivo e fu anche da stimoloper Jomini, che ebbe a beneficiare degli scritti postumi del rivale.
Le idee chiave di Jomini sono vere e chiare quando l'oggetto della guerra è chiaro e ben definito e queste azioni permettono il raggiungimento delle condizioni di vittoria in ogni circostanza di guerra, queste consistono in:
- localizzare con precisione i fronti destro, centrale e sinistro del nemico;
- paragonare le forze dello stesso con le proprie;
- attaccare energicamente sul fronte che si considera più debole.
- inseguire il nemico con veemenza;
- in montagna, coprire il fronte con piccoli distaccamenti per reperire il nemico e per poterlo attaccare con il grosso delle truppe prima che si fosse ricompattato;
- manovrare sempre in modo da tagliare al nemico le vie di rifornimento ed il contatto con le sue basi.
Come tradurre la lezione di Jomini nei campi di battaglia moderni?!
Essere pratici, comprendere cosa serve per vincere sul campo di battaglia, ma tali principi s'applicano molto male nelle guerre rivoluzionarie, le quali non si dovevano combattere perchè i "gentiluomini non dovrebbero combatterle". Alla stessa tesi giunge anche Clausewitz, che le chiama guerra di popolo e sono più attinenti alle operazioni di polizia. Jomini surgela la guerra in una grande immagine monodimensionale, una volta imparata la lezione la guerra non cambia e rimane sempre la stessa.
Clausewitz fu certamente un pensatore più complesso di Jomini, nonchè l'esperienza sul campo che Clausewitz accumulò fu sensibilmente superiore a quella di Jomini il quale fu solo un teorico dalla buona penna che visse dei suoi 34 libri, che ebbe a scrivere, prima di farne una sintesi nei suoi "principi della guerra".
La teoria di Clausewitz è complessa e fornisce anche strumenti per l'interpretazione della guerra fredda del XX°secolo, fu mente brillante e contemplativa, fornendo a chi studia Clausewitz degli strumenti di pensiero autonomi che possono essere applicati ovunque. Clausewitz entrò come cadetto militare a 12 anni ebbe il suo battesimo del fuoco, fu inserito dentro le sale del pensiero bellico del tempo, salì di grado con il tempo.
- Per Clausewitz era fondamentale creare un esercito di popolo, motivato, ben disciplinato, perchè la classe nobile era numericamente troppo bassa per creare un esercito numeroso come serviva a quel tempo.
- La migliore definizione della guerra fu data da Clausewitz: la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi. E questa definizione generalizza ogni tipo di conflitto, con l'eccezione della violenza gratuita perpetrata senza fini.
- La politica decide quanta mobilitazione nelle forze armate deve esserci in caso di guerra: minima o totale, che scopo hanno le alleanze e cosa le possono rinsaldare o frantumare.
- In Clausewitz il dinamismo della guerra è intrinseco nella teoria, il perno della guerra è il movimento che necessita di manovra e di una logistica per sostenere lo sforzo in modo prolungato.
- In Clausezitz gli obiettivi di vittoria sono dinamici e cambiano con la reazione del nemico il quale s'adatterà nello scontro alle azioni della guerra, per cui dovranno cambiare anche gli obiettivi per il conseguimento della vittoria.
- Clausewitz fu il primo ad introdurre il concetto di "frizione": se la guerra è movimento è normale che nel movimento vi sia frizione questo è il pensiero astratto e deduttivo di Clausewitz.
- La frizione è 1-atmosfera della guerra, 2-l'azione fisica dello scontro, 3-pericoli, 4-intelligence militare. Queste quattro dimensioni fanno l'ambiente della guerra, dove la costante interazione delle due parti in combattimento determina un'escalation di forze coinvolte in azioni belliche. Il trend di tale interazione bellica conduce a ciò che Clausewitz nel IXX°secolo ebbe a profetizzare come "guerra assoluta" la stessa che nel XX°secolo avrebbe potuto detonare se la guerra fredda fosse mutata in un conflitto atomico tra Patto di Varsavia vs NATO. Guerra che non è detonata a causa della frizione enorme che ne sarebbe scaturita, ed è proprio la frizione che è per Clausewitz anche un elemento calmieratore della guerra tanto da impedire una guerra assoluta. E' questo il pensiero di Clausewitz, composto da un vecchio trucco filosofico: decrivere un corpo astratto che non esiste per poter approcciare e predirre la realtà.
- Per Clausewitz ogni soldato individuale conta, la paura è un pericolo, ed anche questa è ritenuta frizione, un'usura psicologica delle truppe che produce danni psicologici, perchè niente di quello che viene studiato nelle accademie militari prepara all'orrore che ne segue.
- Per Clausewitz la guerra è un processo che prima o poi sfugge dal controllo umano, con operazioni sanguinose. Nei piani si pianificano azioni pulite, ma poi ad un certo punto accade sempre qualcosa per cui l'operazione muta, occorre adattarsi alle nuove condizioni e le perdite in termini di Killing In Action, Missing In Action, Wounded In Action salgono a livelli stratosferici.
Certamente la tecnologia ha cambiato i campi di battaglia moderni che sono assai diversi da quelli del IXX°secolo, ma quello che rimane è l'esercito di popolo, motivato, disciplinato di fronte a rischi esterni, dove la politica è continuata con altri mezzi.
Mentre l'opera di Clausewitz è più ampia impatta a livello strategico quanto nell'aspetto tattico, l'opera di Jomini è sicuramente un grande spunto per il livello operazionale solo quando l'obiettivo è chiaro.
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