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Quanto dura il digitale come supporto di conservazione?! (parte II°)

Intorno al 2000s la convergenza digitale ebbe ad inglobare musica, audio, video, programmi ed immagini; presero a diffondersi le chiavette USB che offrirono larghissimo spazio per memorizzare musica, filmati, dati, programmi, immagini ecc...
https://it.wikipedia.org/wiki/Chiave_USB

Tale tipo di supporto è già in parte "sorpassato" dall'uso di Memory Card MicroSD, che sono supporti di memorizzazione ultra compatti, con enorme capienza, possono essere trasferite facilmente tra Smartphone.
https://it.wikipedia.org/wiki/Scheda_di_memoria

Ogni 10-20 anni tende a verificarsi un salto tecnologico: questo è certamente un bene per il consumatore, che sino ad oggi ha avuto a disposizione grande spazio e pieno accesso a tantissima cultura con strumenti digitali, fondendo dati, libri, immagini, applicativi, filmati, musica... Sono diventati molto bassi i prezzi d'acquisto dei beni tecnologici, grazie alla massiva delocalizzazione in Cina di fabbriche di tecnologia. Tali beni tecnologici (che è bene ricordare sono un concentrato di brevetti ad alta tecnologia) sono diventati dei prodotti di largo consumo nel I° mondo, ed iniziano a diffondersi anche nel II° mondo.

Tuttavia, non sono pochi i dubbi che questo progresso tecnologico ed economico si porta dietro: a cominciare dalla necessità di "back up" concetto spesso non troppo diffuso nell'uso domestico e personale. Il dubbio che molto in Internet sia un po' come scrivere sulla sabbia del bagnasciuga, è IMHO fondato!.

Quanto dura il digitale come supporto di conservazione?!

Probabilmente meno di 20 anni a causa dei continui salti tecnologici e senza tenere conto del problema dell'impatto ambientale, che ha un enorme peso nella digitalizzazione. 
  • Questo impatto ambientale è altissimo e non è sostenibile dal pianeta Terra, per tutta la popolazione mondiale, a meno di non implementare rapidamente una conversione energetica all'economia dell'idrogeno/solare, di cui però al momento non se ne vede traccia!.
  • Questi salti tecnologici, inducono sempre INCOMPATIBILITÀ con le periferiche ed i supporti tecnologici precedenti, questo IMHO è un male, in quanto la perdita di dati ed applicazioni è spesso rilevante (specie se un utente non corre ai ripari, finanziando una costosa conversione oppure se non s'avvale di hardware di Retrocomputing).
Da qualche anno ormai tende a diffondersi nelle nuove generazioni il "cloud storaging presso numerosi Social Networks". Questi sono luoghi virtuali che all'utente appaiono come GUI grafiche intuitive in cui stoccare dati. In sostanza i clouds sono reti di computer e protocolli di trasmissione, apparati molto energivori e per garantire l'accesso puntuale ed istantaneo H24 da terminale fisso o mobile dell'utente, tali sistemi necessitano di complesse circostanze tecnologiche, economiche, sociali, energetiche che devono essere sempre presenti e sono sempre più onerose da sostenere per il pianeta Terra (vedi emissioni di gas ad effetto serra, consumi d'acqua equivalenti, barili di petrolio pro-capite ecc... per garantire l'uso di tale tecnologia).
L'utente al momento non ne è cosciente, ma de facto perde anche il possesso, la proprietà e l'esclusività, dei propri dati (immagini, filmati, suoni, copie su supporti fisici, ecc...) i quali non risiedono su proprie periferiche in locale, ma sempre più spesso sono archiviati e condivisi in rete. Spesso con files anche in uso a terzi estranei: gli ISP, i Social Networks, nonchè potenziali hackers & crackers. La proprietà e possesso nella società dei clouds sono stati sublimati in possibilità H24 di accesso all'utente.
In caso di shock energetico per climate change oppure per detonazione di WWIII per climate change, nel XXI°secolo in molti paesi del I° mondo non dotati di autonome risorse energetiche, si scatenerebbe in ogni caso uno shock energetico simile a 1970s (evento sconosciuto alle generazioni moderne), poi la questione socio-economica e tecnologica diventerebbe:

Cosa ne sarebbe dell'intera massa di dati, memorie, ricordi delle società, se queste non fossero più accessibili usando il tradizionale terminale mobile o fisso?!
  • Nel breve periodo, quasi sicuramente l'informazione memorizzata continuerebbe a risedere negli hard disk: le digital farm sarebbero ridotte a capannoni energivori che sarebbero stati spenti, l'hardware per un po' di tempo attenderebbe un'ipotetica riaccensione, conservando i dati. 
Quale sarebbe la reazione sociale, quali sarebbero gli effetti socioeconomici e tecnologici, del totale spossessamento della memoria collettiva archiviata in Internet, per colpa di un collasso energetico mondiale e/o WWIII?! 
  1. Tecnologicamente nei paesi del primo mondo non privi di risorse energetiche e con un'autonomia energetica, nel breve e medio periodo potrebbe sopravvivere e conservarsi l'operatività di tronconi di Internet, per come noi oggi lo conosciamo. Anche se, la possibilità di un contingentamento energetico pro-capite, potrebbe incidere sui servizi di rete, conservando solo quelli realmente utili. 
  2. Tuttavia la maggioranza delle nazioni del primo mondo (quelle prive d'autonomia energetica) piomberebbero in un'era in cui l'energia pro-capite ossia la disponibilità tecnologica procapite sarebbe assai più bassa di quanto lo sia oggi: forse qualcosa di simile a come erano i primi del 1900s ed il tardo 1800s