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VHS vs Betamax / PAL-SECAM vs NTSC

Due argomenti "epici" di retrorecording e retrotelevision, che appassionarono nel passato, lo scontro tra due formati analogici, per l'utilizzo di supporti magnetici sequenziali per il segmento home recording.


VHS vs BETAMAX
Nel 1976 la JVC presentò il suo VHS a cassetta, che divenne uno standard per la registrazione su nastro e la riproduzione di filmati analogici mediante videoregistratore. Compatto e facile da usare, il VCR in VHS divenne rapidamente lo strumento dominante per l'home recording (per quanto non eccellesse in qualità, solo 240 linee rispetto alle 600 di una trasmissione televisiva trasmessa su tubo catodico).  JVC fece la scelta vincente, per favorire la conquista del mercato mondiale da parte del proprio sistema, cedette la licenza di fabbricazione del VHS a un ampio numero di costruttori asiatici. Se il primo effetto fu quello di perdere una quota di mercato a favore dei concorrenti, la diffusione dei videoregistratori a basso costo VHS dilagò nel mondo, il VHS divenne il sistema dominante del mercato, relegando il migliore e più costoso Betamax, ad una distribuzione d'élite che poi fu abbandonato.
A partire dal 1982 la JVC lanciò con Panasonic, il VHS-C, dove la "C" sta per Compact: una cassetta grande un terzo del VHS, ma perfettamente compatibile, fu la risposta al Video8 della Sony, con cui furono costruite moltissime telecamere tascabili chiamate Handycam. Il VHS-C, ècompatibile al VHS con un apposito adattatore meccanico, per poter vedere e registrare anche sopra un apparecchio VHS.
Nel 1975, in Giappone la Sony lanciò i primi due modelli di videoregistratori Betamax: SL-6300 e LV-1801, mentre negli Stati Uniti, fu presentato il modello SL-7200. Dopo un anno furono venduti 30'000 prodotti, tuttavia sul mercato giunse il VHS della JVC, che da vari punti di vista su dimostrò tecnicamente inferiore al Betamax, nella compattezza delle cassette, nella qualità, tranne per la durata della registrazione che risultava superiore offrendo sino a 4 ore di registrazione!.


PAL/SECAM vs NTSC
Verso il 1950, durante la fase di pianificazione delle trasmissioni a colori in Europa occidentale, si decise di non utilizzare il sistema americano NTSC, per via della sua poca compatibilità con le reti elettriche a 50 Hz ma anche per i suoi problemi progettuali, tra cui la scarsa stabilità dei colori in caso di problemi di trasmissione. L'idea alla base dei progetti europei fu quella di concepire uno standard adatto ai 50 semiquadri al secondo, con buone prestazioni nella trasmissione dei colori. I sistemi sviluppati furono due, il SÉCAM francese e il PAL.

  • Il SÉCAM o SECAM, acronimo del francese SÉquentiel Couleur À Mémoire (traduzione letterale: colore sequenziale con memoria), è un sistema di codifica della televisione a colori inventato in Francia da un gruppo di ricercatori guidato da Henri de France, che lavorava alla Compagnie Française de Télévision, acquisita in seguito dalla Thomson.
  • Il PAL fu sviluppato in Germania da Walter Bruch, che lavorava alla Telefunken, fu presentato al pubblico nel 1963, poi venne utilizzato per la prima volta nel 1967. Lo standard PAL fu pubblicato dalla ITU nel 1968 con il titolo Recommendation ITU-R BT.470-6, Conventional Television Systems. Il formato è un'evoluzione dell'NTSC e possiede una portante di luminanza (luma) su cui viene sommata una sottoportante di crominanza (croma). La portante luma (Y) è formata da: 0,30 R + 0,59 G + 0,11 B. La sottoportante croma viene modulata vettorialmente con le sole componenti R-Y e B-Y e da esse in fase di demodulazione viene ricostruita la componente G-Y.
  • NTSC è anche l'acronimo di Never Twice the Same Color (Mai due volte lo stesso colore), dal senso ironico poiché deriva dalla mancanza di un sistema di correzione automatico degli errori di fase, che rende necessaria la presenza di una regolazione di tinta manuale sui monitor. L'NTSC è un formato di tipo interlacciato con una cadenza di ripresa di 30 fotogrammi al secondo (in realtà la frequenza esatta è di 29,97 Hz). Lo Standard NTSC prevede l'utilizzo di 525 linee per la definizione di un fotogramma completo e di 262,5 linee per ogni semiquadro. Sul totale delle 525 linee solo 486 vengono realmente utilizzate per comporre l'immagine, mentre le restanti vengono impiegate per altre informazioni come sincronismi di ritorno verticale, televideo e close captioning per non udenti.