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Le Guerre del Cambiamento Climatico nel Mediterraneo ed in Siberia entro il 2050

In questa breve bloggata, sono presentati tutte le risorse audio, della playlist di YouTube:"Le Guerre del Cambiamento Climatico, Mediterraneo 2050", files rintracciabili anche invocando il dominio

http://www.climate-change-wars.tk

I podcast, sono la versione molto sintetica, di varie bloggate, che potete rintracciare in modo più completo, all'interno del mio blog "Mio Radar" e di cui, ho già discusso in modo assai approfondito. Per questa ragione, non troverete sotto al video di podcasting il link alla bloggata, che potrete facilmente riconoscere e rintracciare dentro i blog "Mio Radar" oppure "La freccia della Storia", oppure riferimenti a miei ebook.

Ho creato questa serie di podcast a tema:"Le Guerre del Cambiamento Climatico, Mediterraneo 2050" per contattare da YouTube, tutti quelli utenti che bazzicando presso YouTube, non sono avvezzi a documentarsi e/o leggere e/o frequentare blog, MA dati i temi inerenti il destino della penisola italica, possono essere interessati.

Climate change wars: la bomba demografica africana

Le guerre del cambiamento climatico: danni ed effetti del climate change


Climate change wars: razionalizzazione del terzo segreto di Fatima


Guerre del cambiamento climatico: previsioni di XXI secolo


Climate change wars: tracce di caos deterministico nella storia umana


Guerre del cambiamento climatico: storia delle guerre e previsioni di XXI secolo


Climate change wars: scenari di XXI secolo


Climate change wars: scenari dettagliati di XXI secolo


Guerre del cambiamento climatico: la levata di Chartago


Climate change wars: scenari nel Mediterraneo 2050


Climate change wars: WWIII road map theory


Guerre del cambiamento climatico: gli inviluppi di WWIII e Guerre Puniche II


Climate change wars: la penisola italiana cavallo di Troia per invasione Europa


Climate change wars: declino e scomparsa della penisola italica
Gli "aspetti militari" dell'Universo Atteso sono stati espansi e discussi in Guerre Puniche II v2.0 (scenario strategico) quanto in Guerre Puniche II diversione strategica WWIII (scenario strategico).
I più attenti ascoltatori e lettori, si saranno certamente accorti che alla serie di podcast, è mancante la discussione del contesto inerente l'Universo Pessimista, dentro gli scenari Catastrofe ultravioletta, Falso ritorno all'età dell'oro, Surrogazione inerziale esplosiva. Non ho provveduto a fare nessuno studio sulle dinamiche di scenario di Pil procapite nell'Universo Pessimista, in quanto in questo tipo di contesto, nella penisola italiana si perde l'uso della moneta, la Repubblica Parlamentare Italiana si dissolve dentro ad un Nuovo Medioevo, le popolazioni italiche tornano al baratto, e la realtà diviene succube dell'area di Chartago: Ebook / PDF / Free Download -Le Guerre Puniche II nel Nuovo Medioevo Il conio più scambiato nella penisola italica, sarebbe il 5.56x45 NATO quindi, è davvero inutile porsi problemi sulle stime delle dinamiche di reddito procapite. L'ebook "Guerre Puniche II nel Nuovo Medioevo" pone l'analisi sulle dinamiche militari di una guerra civile nella penisola italica, in un contesto piagato da scarsità e danni da climate change, sotto la pressione esterna di un'invasione sub-sahariana. 




Guerre del cambiamento climatico: il futuro della penisola italica


Guerre del cambiamento climatico: il declino dell'Italia e suo fisiologico epilogo


Climate change wars: le radici dell'odio cattocomunista per il popolo italiano


Le guerre del cambiamento climatico: mattatoi nelle yellow buffer zones

Guerre del cambiamento climatico: WWIII in Siberia 2050

Climate Change Wars: perdita del potere aereo 
Defenders in Siberia 2050

Guerre del cambiamento climatico: la black box siberiana

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Nota Bene.
In Dossier Aquamarcia, in taluni parti si dice che la WWIII è ineluttabile, in altre parti s'afferma che la WWIII in Asia è molto probabile. Nei podcast hpp://www.climate-change-wars.tk sottolineo la probabilità di una detonazione di una WWIII in Asia, ma non la sua ineluttabilità, evidenziando una serie di cause di NULLITÀ & ANNULLABILITÀ, delle cause di detonazione degli scenari.

Questa vistosa differenza di valutazione, in termini di probabilità soggettiva, è causata dal PUNTO DI VISTA dell'ANALISI:
  1. Attualmente, ad un'analisi puntuale e dato il contesto politico russo odierno (ossia dal 1991 sino a tutta l'era putiniana) si conclude che la WWIII in Asia è ineluttabile. Infatti, non ci sono manovre russe che mirino a sciogliere la CSI. Anzi, come dimostra l'azione russa in Caucaso ed Ucraina, quanto l'azione russa in Siria (per bloccare ISIS che mirava a destabilizzare il Caucaso), Putin considera i confini della CSI come i confini della Russia, perchè monitora il ricordo dei confini della CSI alias URSS.
  2. Tuttavia, ponendo l'analisi in Asia, su un più ampio arco di tempo, ed includendo anche le politiche zarine dei secoli precedenti, si conclude che la WWIII in Asia appare probabile/molto probabile ma non ineluttabile. La possibilità che la Siberia sia venduta a pezzi a Cina, India, Pakistan+Bangladesh, Iran, è IMHO una possibilità storica CONCRETA, per questo per adesso, l'analisi sulla WWIII in Asia stima l'evento probabile, ma non ancora ineluttabile.
Discorsi intorno all'Ineluttabilità delle Guerre Puniche II
Il mio vecchio Atlante Geografico DeAgostini del 1979 riporta una densità di popolazione in Africa di 14 persone per kmq, con un totale di popolazione di 429.2MLN di persone, per 30.2MLN di kmq.

Oggi nel 2019 siamo a 1.2MLD di persone, quindi la densità di popolazione (geografica) è stimabile a:
1.2MLD/30.2MLNkmq=39.7 persone per kmq

La densità geografica per abitante dal 1979 al 2018 è più che raddoppiata 14<39.7 mentre i processi di desertificazione (che erano già in atto dal 1970s) hanno continuato ad espandersi, e lo faranno anche in futuro.

Il Sahara è di circa 9MLN di kmq, il Kalahari è 930mila kmq.
https://it.wikipedia.org/wiki/Deserto_del_Sahara
https://it.wikipedia.org/wiki/Kalahari

Non mi è riuscito di trovare le stime puntuali di quanto sia grande l'area della savana secca in Africa, ma un documento di ENI Scuola, dice che le savane nel mondo sono circa il 10% della superficie planetaria quindi, io stimerei l'area della savana secca in Africa, 

pari a 0.1*30.2MLN kmq=3MLN di kmq

L'area vivibile in Africa nel 1970s era di circa:
(30.2MLN-9MLN-0.930MLN-3MLN)=17.27MLN kmq

con una densità d'abitanti per 429.9MLN/17.27MLN kmq=24.9 persone per kmq

Oggi l'area vivibile in Africa è certamente inferiore ai 17.27MLN di kmq, dato che i deserti si stanno espandendo di circa il +10% in un secoloSupponendo un rateo costante d'espansione desertica dal 1979 ad oggi

10/100*(2019-1979)=4

io stimerei un'espansione di circa +4% d'aree desertiche in Africa, ed altrettanta traslazione della Savana secca, quindi oggi l'area vivibile in Africa è probabilmente di circa

17.2MLN kmq*(1-0.04*2)=15.824MLN kmq

con una densità d'abitanti per 1.2MLD/15.8MLN kmq=76 abitanti per kmq circa

La densità per abitanti in Africa è TRIPLICATA: 76>24.9

Nel 2050 io stimerei questi dati: 
  1. Supponendo una desertificazione a rateo costante +10% per secolo (ma il valore potrebbe essere ottimistico, dato che i processi di cambiamento climatico hanno dinamiche non lineari), 
  2. lo "spazio vitale in Africa" si contrarrebbe per -3.1%=-0.1*(2050-2019) ossia un -6% conteggiando anche la traslazione delle savane secche, quindi l'area vivibile in Africa sarebbe pari a:
15.8MLN kmq*(1-0.03*2)=14.852MLN kmq

la densità per abitante in zona vivibile sarebbe di circa
2.4MLD/14.852MLN kmq=161.59 persone per kmq nel 2050

Il mio Atlante Geografico DeAgostini del 1979 riporta che negli anni 1970s in Europa (esclusa l'URSS) c'era una densità per abitante di 63 persone per kmq, mentre in Italia nel 1979 c'era una densità per abitante di 186 persone per kmq.

A me pare evidente, che 161.59 persone per kmq nel 2050 in Africa siano troppe, dato che il climate change provocherà shock idrici, cali delle rese agricole, uragani sulla costa Ovest/Est dell'Africa. La foresta equatoriale oltre ad essere LOGORATA DAL CLIMATE CHANGE (per avanzamento del deserto) sarà tagliata per recuperare zone da coltivare (a causa dell'avanzata del deserto/savana secca) comportando un peggioramento dei dani da climate change.


Criterio della Densità di Popoplazione.
Se nel 1970s in Europa c'era una densità per abitante di 63 persone per kmq (in una fascia climatica temperata, la migliore per la vita sulla Terra) con uso del territorio (abitazioni, strade, coltivazioni, riserve naturali) l'Europa (paese del I°mondo, ad alta capacità tecnologica) non era autosufficiente in modo alimentare (importava granaglie dal Nord America), è logico ritenere che in Africa 2050, in una fascia climatica tropicale-equatoriale piagata dal climate change, con una densità per abitante di 162 persone, il continente non permetterà l'autonomia in termini alimentari.

Se nel 2050 gli Africani, fossero stati 900MLN invece dei 2.4MLD la densità per abitante sarebbe stata MOLTO diversa in Africa nel 2050 infatti:

900MLN/14.852MLN kmq=60 abitanti per kmq < 76 dell'attuale livello di densità di popolazione. 

Un'Africa piagata dai cambiamenti climatici con 900MLN di persone, sarebbe stata un'Africa totalmente diversa, dall'Africa piagata dai cambiamenti climatici con 2.4MLD di persone!.


Criterio Kcalorico.
Il fabbisogno minimo in kcalorie (escludendo la distinzione uomo, donna, bambino, escludendo la sedentarietà/movimento/lavoro pesante, tralasciando la questione delle proteine, vitamine, sali minerali) è 2500kcalorie, per 3litri d'acqua al giorno: questi sono i fabbisogni giornalieri procapite, in zone molto calde.

2.4MLD di persone equivalgono a 6.10E12kcalorie totali al giorno

7.2MLD di litri d'acqua al giorno da bere (escludendo il problema di lavarsi, abbeverare animali, irrigare coltivazioni, usi industriali dell'acqua)

Supponendo che nel 2050 l'Africa abbia una resa media di 3.2tons per ettaro, con una distribuzione della superficie abitabile in 50% ad uso agricolo, 50% ad uso non agricolo (ossia aree facenti parte dell'insieme dell'area vivibile in Africa ma non usata per agricoltura: ossia foreste equatoriali, miniere, fiumi, città e metropoli, montagne in generale tutte quelle aree NON DESERTICHE, NON SAVANE SECCHE, NON AREE SOGGETTE A COLTIVAZIONE)

14.852MLN kmq *0.5=7.426MLN kmq = 742.6MLN di ettari 

pari a 3.2Tons per Ettaro * 742.6MLN Ettari = 2376,32 MLN Tons = 2.38MLD di Tons di produzione annua. 

Ossia pari a 6.51MLN di Tons al giorno di cereali da poter consumare, che per 2.4MLD di persone, diventerebbero:

6.51MLN di Tons / 2.4MLD di persone = 0,00271Tons procapite al giorno, ossia 2.71kg di cereali al giorno procapite.

Tenendo presente un consumo cerealicolo dell'85% per zootecnica, mentre per la soia oltre il 70% della produzione mondiale è usata per allevamenti.

In media (0.7+0.85)*0.5=0.775 sarebbe destinato ad usi zootecnici.

Un consumo di cereali del 77.5% per zootecnica, causa circa 

0.609kg=2.71*(1-0.775) ossia 610GR di cereali a testa al giorno

Con una media di 330kcalorie per grammo, ci sarebbe un apporto calorico 

610/100*330=2013kcalorie<2500 mancherebbe il 20% delle kilocalorie necessarie giornaliere ai 2.4MLD d'africani 
http://www.dietabit.it/alimenti/cereali/
  • C'è il problema del calo delle rese agricole: Dilatazione dei deserti in Africa, shock idrici, cambi non reversibili di clima, modifica non reversibile d'alisei, tifoni & uragani, riduzione degli stock di acqua dolce, sono tutte mutabili che impatteranno su un calo delle rese agricole in Africa, che al momento non sono predicibili, ma di certo supporre rese per ettaro costanti o crescenti  e superiori a 3.2Tons/Ettaro è alquanto implausibile.
  • C'è il problema della mutabile delle fiere in Africa (cosa che non esiste in Europa dove ci sono enormi stabilimenti d'allevamento di pollame e mucche in gabbia/a terra in luoghi sicuri). In Africa ci sono leoni, iene, leopardi, ghepardi, coccodrilli, con la traslazione della savana ci saranno anche migrazioni di animali, la compressione e shock delle nicchie ecologiche delle specie vegetali ed animali, contestuali disboscamenti della foresta equatoriale (riduzione biodiversità, morte della flora e fauna delle foreste equatoriali) per cavarne nuove aree coltivabili a causa dell'avanzata del deserto/savana secca. La morte di varie specie d'animali, potrebbe essere per breve tempo, una proficua fonte di proteine, ma poi le specie cacciatrici (fiere ed umani stanziali e/o nomadi) resterebbero senza cibo.
  • C'è poi il problema della mutabile del consumo d'acqua, per consumi umani (potabile, sanitari, per usi industriali, per uso agricolo) e nel bacino del Nilo, con le due dighe costruite a monte del bacino d'Assuan, che ostruiscono il Nilo bianco ed il Nilo azzurro, GIÀ OGGI SONO UN GROSSO PROBLEMA GEOPOLITICO LA CUI DETONAZIONE È STATA PER ADESSO RINVIATA, ma nei decenni a venire IMHO farà esplodere guerre perchè tutti i dati climatologici indicano un cambio/calo delle piogge nel bacino del Nilo e dei grandi laghi (il ghiacciaio del Kilimangiaro s'è già sciolto all'82%)
  • C'è il problema della mutabile dell'IMPORT CINESE del cibo prodotto in Africa, che andrà a creare ulteriori problemi alimentari in Africa. Se ad esempio, un terzo oppure la metà della produzione cerealicola Africana se n'andasse in Cina, allora i 2.71kg di cereali al giorno procapite, muterebbero in 1.8kg-1.3kg procapite quotidiani, con un impatto di circa:
grammi ad uso procapite 0.405=1.8*(1-0.775) da cui 405/100*330=1336<2500kcalorie
grammi ad uso procapite 0.293=1.3*(1-0.775) da cui 293/100*330=967<2500kcalorie

Senza importazioni cinesi, mancherebbe un 20% di kcalorie al giorno, ai 2.4MLD d'africani.
Con le importazioni cinesi, occhio e croce, mancherà tra 46%-60% di kcalorie al giorno, ai 2.4MLD d'africani.

Stime che supportano in pieno, la valutazione di una propensione migratoria africana al 2050 di 1:2

Ovviamente i fabbisogni calorici sono stime grossolane e sono anche dati medi: questo vuol dire che:
  1.  ci saranno paesi africani dove si morirà di fame e di sete, 
  2. altri dove invece si potrà sopravvivere a stento, 
  3. una piccola fetta di nazioni dove la sopravvivenza sarà meno difficile ma il tenore di vita non sarà di certo quello europeo.
C'è il problema dell'imbecillità dell'elite Europea.
Se a questo processo endemico, aggiungiamo l'imbecillità dell'elite europee (illuminate da luce nera) che incentiveranno la migrazione sub-sahariana, stanziando e spendendo spese correnti europee per migranti economici & migranti climatici (piuttosto che un tardivo programma di controllo delle nascite in Africa, almeno nei paesi più popolosi), ALLORA tutti in Africa avranno chiaro il CONCETTO che per risolvere tutti i loro problemi regionali, basterà agli africani migrare tutti in Europa (accellerando il processo di detonazione di Tunisia-Libia-Egitto).

C'è il problema delle ragioni geopolitiche della nascita di Chartago.
Per le ragioni geopolitiche già evidenziate, Tunisia-Libia-Egitto esploderanno per la pressione migratoria sub-sahariana.

C'è il problema dei politici italiani ladri e stupidi.
C'è poi un secondo processo/eventi, pre-definiti EVENTI DI ACCELLERAZIONE POLITICA, che accelerano la detonazione:"Il grosso debito pubblico italiano che gli italiani non vogliono ripagare e nemmeno gli europei vogliono ripagare!". Questo contesto, assieme ad un paio di altre cause locali italiane, già da lungo tempo, concorrono all'emersione dell'Universo Pessimista nella penisola italica.

C'è il problema che Cina ed India bloccheranno le delocalizzazioni industriali in Africa.
L'India ma sopratutto la Cina, non accetteranno mai delocalizzazioni industriali in Africa (così come il I°mondo vide nel XX°secolo, una crescente delocalizzazione di svariate attività industriali a basso valore aggiunto, spostate nel II°mondo) in un mondo altamente popolato, piagato dai danni da climate change ed in scarsità, le delocalizzazioni sarebbero considerate attacchi alla sovranità dei due paesi. Per quanto India e Cina possano essere considerati "rivali" in Asia (in quanto due nazioni ad altissima popolazione), entrambi è altamente probabile che non accetteranno nessuna delocalizzazione industriale in Africa, delle loro imprese. Per altro non sarebbe nemmeno conveniente servire il mercato indiano e cinese, delocalizzando in Africa, dato che sia India e Cina con un grande mercato da 3 MLD=(1.7+1.3) di persone, sarebbe preferibile produrre direttamente in Asia. Eventi futuri, annessi alla dimensione della polarizzazione ECONOMICA e/o polarizzazione AMBIENTALE.

C'è il problema della scarsità e del mondo composto da Nazioni.
In un contesto di scarsità (indotto da sovrappopolazione e danni da climate change), ogni nazione penserà per se, ed il collasso di una nazione renderà più grande la fetta disponibile di "risorse" per le altre nazioni sopravvissute. Una logica di gioco a somma zero dominerà i rapporti internazionali, perchè a nessun continente nel mondo, interesserà trovare delle soluzioni per l'Africa, dove sovrappopolazione e danni da climate change, svilupperanno una serie infinita di problemi insolubili, che sfoceranno nella dimensione militare.

C'è il problema degli utili idioti portatori d'acqua al pozzo di satana.
La moltiplicazione dei pani e dei pesci, non è un processo di produzione brevettabile: comprare UN SOLO PANINO ED UN UNICO PAIO DI SCARPE non servirà ad un cazzo nel 2050, per risolvere i problemi di 2.4 MLD di persone.