22/11/2018 Italia: I futuri possibili - Carlo Cottarelli e Michele Boldrin
Critiche ai relatori della conferenza:
Ragionando del lungo periodo, i relatori pongono l'Italia nell'IPERURANIO, al sicuro dai danni da cambiamenti climatici, migrazioni apocalittiche e guerre regionali. Questo è francamente poco credibile, dato che gli studi tra Cambiamenti Climatici e Sicurezza Nazionale negli USA ed anche presso la World Bank, molti documenti avvisano di rischi di guerre e danni climatici molto gravi.
Dal tardo 1600 è iniziata la rivoluzione industriale, ha prodotto crescita demografica, economica, tecnologica, tutto questo benessere e sviluppo nei paesi del I°mondo è stato nutrito dall'uso dei carburanti fossili.
Il reddito procapite è un quoziente, di solito è misurato in Pil_procapite=Pil/Popolazione
Quando i mercati di un paese non sono saturi, durante la fase d'espansione e l'avvio del trend verso la saturazione dei mercati (la zona più ripida di crescita di una curva logistica) la crescita economica e demografica s'influenzano a vicenda nel lungo periodo. Un'espansione della popolazione farà crescere il pil nel lungo periodo: di quanto possa crescere il pil, vale nel lungo periodo la correlazione tra Pil/Energia in GigaWatt, per cui la crescita energetica futura, si trasforma in una frazione della crescita economica del paese di lungo periodo.
Questa è sempre stata la logica economica (keynesiana e monetarista) per stimare il futuro, nei paesi del I°mondo con mercati odierni divenuti saturi (perchè nei paesi del II°mondo i mercati non sono saturi e non si è raggiunto ancora il CAP della curva logistica, oppure nel III°mondo ancora si deve iniziare la rivoluzione industriale!).
L'umanità però, come ripete da decenni IPCC, come anticipava Limits to Growth, è entrata in una nuova fase storica, causata dal paradigma dei carburanti fossili. Nei prossimi decenni, lo sviluppo del binomio (climate change + sovrappopolazione) muterà i rapporti d'interazione umana, che oggi sono un gioco a somma positiva. Questi diventeranno inevitabilmente più competitivi, trasfigurando in un gioco a somma zero. Gli esseri umani sono soliti interagire tra loro per ragioni economiche, politiche, ambientali, militari, ideologiche, religiose... in ultima analisi, gli effetti del climate change saranno una seria questione: economica, politica e militare!.
Un paese prevalentemente di trasformazione privo di materie prime e fonti di energia, in un contesto in cui le risorse diventano più rare, non potrà mantenere il proprio livello di produzione, a causa delle difficoltà d'accesso a materie prime, semilavorati, energia. Anche a causa del fatto che, il proprio spazio sarà soggetto a danni e mutamenti climatici (DESERTIFICAZIONE DELL'ITALIA, RISALITA DEL LIVELLO DEL MARE, PROLIFERAZIONE DI MALATTIE TROPICALI, MEDICANE & TROMBE MARINE, oltre alle tradizionali e storiche eruzioni vulcaniche, frane, terremoti, incendi...) e MIGRAZIONI APOCALITTICHE che di certo creeranno guerre, danneggiando e/o distruggendo l'apparato produttivo.
Per cui, affidarsi fideisticamente alla curva normale, interpolando matematicamente la crescita di pil e produttività italiane per i futuri decenni, partendo da serie storiche del passato, in cui però sono implicite e profondamente diverse le premesse dell'ambiente economico, è sbagliato!. Le seriazioni del passato, non hanno una rappresentatività adeguata al contesto economico prospettico, che invece sarà assai differente e molto più deteriorato del passato!.
Nei prossimi decenni 2020s-2030s-2040s-2050s il pil italiano (ammesso che sia misurato) avrà un trend calante. E' alquanto improbabile, che il pil italiano abbia un trend costante. E' impossibile, che il pil italiano abbia un trend crescente!.
Caso 1: tasso crescita di lungo periodo Pil lievemente calante, tasso di crescita di lungo periodo del debito costante +2%, Guerre Puniche II nel decennio 2050s
A me pare evidente che la Repubblica Italiana, così per come noi oggi la conosciamo, non c'arriverà mai viva e vegeta al 2050 ossia nell'attuale forma istituzionale, ma andrà finanziariamente in pezzi, molti decenni prima del 2050s e Guerre Puniche II.
h0: Se la popolazione italiana vorrà sopravvivere al XXI secolo, allora il calo fisiologico della popolazione italiana potrebbe IMHO in parte assorbire l'overshoot, per cui il Pil_procapite dei decenni futuri potrebbe essere viscoso verso il basso (ossia leggermente calante nel tempo) oppure anche tendenzialmente costante. Poichè la penisola italica è collocata geograficamente di fronte all'Africa dove sta esplodendo la BOMBA DEMOGRAFICA AFRICANA, è ovvio che gli italiani dovranno chiudere le porte stagne sull'Africa, respingendo le migrazioni. Questo per proteggere il proprio territorio che sarà comunque inevitabilmente piagato dal climate change, ma la riduzione fisiologica della popolazione italiana, potrebbe permettere d'assorbire in buona parte l'overshoot. SE l'Italia non si preparerà militarmente per respingere nei prossimi 30 anni l'invasione subsahariana, implementando oggi, una difesa continentale dell'Europa, ed abbattendo da oggi in larga parte il proprio debito pubblico italiano (assicurandosi in prospettiva la capacità di fare leverage nel futuro), IL POPOLO ITALIANO NON SOPRAVVIVERÀ al XXI°secolo.
h1: Se la popolazione italiana non vorrà sopravvivere al XXI secolo, allora il calo numerico della popolazione italiana sarà sterilizzato con il travaso di una massa crescente d'immigrati provenienti dalla BOMBA DEMOGRAFICA AFRICANA. La popolazione italica sarà in questo caso crescente (sia per nuovi nati, quanto per l'arrivo degli immigrati), tuttavia il pil italico continuerà ad avere un trend calante a causa del trinomio letale [ climate change + sovrappopolazione + scarsità (materie prime, energia, cibo, acqua potabile ecc...) ] ergo il Pil_procapite collasserà a valori bassissimi (essendo IMHO sinonimo questo di guerre, epidemie, pulizie etniche, distruzione morte nella penisola italica). Fine della storia italiana, così per come noi oggi la conosciamo!.
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Ragionando del lungo periodo, i relatori pongono l'Italia nell'IPERURANIO, al sicuro dai danni da cambiamenti climatici, migrazioni apocalittiche e guerre regionali. Questo è francamente poco credibile, dato che gli studi tra Cambiamenti Climatici e Sicurezza Nazionale negli USA ed anche presso la World Bank, molti documenti avvisano di rischi di guerre e danni climatici molto gravi.
University of Colombia: An Abrupt Climate Change Scenario and Its Implications for United States National Security (2003)
World Bank: Implications of Climate Change for Armed Conflict (2008)
University of Colorado: Climate Change and National Security (2016)
Environmental and Energy Study Institute: The National Security Impacts of Climate Change (2017)
USNaval Institute: A War Plan Orange For Climate Change (2017)
Dal tardo 1600 è iniziata la rivoluzione industriale, ha prodotto crescita demografica, economica, tecnologica, tutto questo benessere e sviluppo nei paesi del I°mondo è stato nutrito dall'uso dei carburanti fossili.
Il reddito procapite è un quoziente, di solito è misurato in Pil_procapite=Pil/Popolazione
Quando i mercati di un paese non sono saturi, durante la fase d'espansione e l'avvio del trend verso la saturazione dei mercati (la zona più ripida di crescita di una curva logistica) la crescita economica e demografica s'influenzano a vicenda nel lungo periodo. Un'espansione della popolazione farà crescere il pil nel lungo periodo: di quanto possa crescere il pil, vale nel lungo periodo la correlazione tra Pil/Energia in GigaWatt, per cui la crescita energetica futura, si trasforma in una frazione della crescita economica del paese di lungo periodo.
Questa è sempre stata la logica economica (keynesiana e monetarista) per stimare il futuro, nei paesi del I°mondo con mercati odierni divenuti saturi (perchè nei paesi del II°mondo i mercati non sono saturi e non si è raggiunto ancora il CAP della curva logistica, oppure nel III°mondo ancora si deve iniziare la rivoluzione industriale!).
L'umanità però, come ripete da decenni IPCC, come anticipava Limits to Growth, è entrata in una nuova fase storica, causata dal paradigma dei carburanti fossili. Nei prossimi decenni, lo sviluppo del binomio (climate change + sovrappopolazione) muterà i rapporti d'interazione umana, che oggi sono un gioco a somma positiva. Questi diventeranno inevitabilmente più competitivi, trasfigurando in un gioco a somma zero. Gli esseri umani sono soliti interagire tra loro per ragioni economiche, politiche, ambientali, militari, ideologiche, religiose... in ultima analisi, gli effetti del climate change saranno una seria questione: economica, politica e militare!.
- impatti diretti a causa del climate change con eventi climatici estremi, sulle città ed infrastrutture e quindi sulla necessità di riallocare risorse finanziarie (che sono scarse e suscettibili d'impieghi alternativi e concorrenti), su nuove e vistose esigenze a discapito di priorità di ordine inferiore.
- impatti diretti a causa del climate change con variazioni climatiche (salita del mare e/o cambio di clima) con incisioni negative sulla produzione agricola, calo della fertilità delle terre, assottigliamenti delle riserve d'acqua dolce e crescenti necessità d'energia (e dell'accesso alle sue fonti) per mitigare questi problemi causati dal clima.
- impatti diretti a causa del climate change sull'accesso dai mercati alle risorse vitali (energetiche, alimentari, idriche, materie prime...) scarse, da parte di una umanità in sovrappopolazione sulla Terra. E' ovvio che i bisogni primari insoddisfatti, probabilmente faranno detonare collisioni violente di popoli sulla Terra, per imporre una diversa redistribuzione delle vitali risorse scarse.
- Desertificazione in Africa e nel Mediterraneo: dilatazione dei deserti (Sahara e Kalahari) con savana che diventa deserto e contrazione delle foreste equatoriali africane con savanizzazione secca di una larga fetta delle foreste equatoriali. Shock idrici, cali delle rese agricole, carestie, epidemie ed Uragani sulla costa Ovest-Africana. Non essendoci territori in Africa da ripartire in altro modo (a differenza dell'Asia) il problema della sovrappopolazione dei 2.4MLD d'africani, si legherà indissolubilmente ai problemi di climate change, causando contesti insolubili per gli Europei. Ci saranno migrazioni apocalittiche in Africa, da sotto la fascia sub-sahariana, le correnti migratorie causeranno l'invasione e l'implosione del NordEst Africa con contestuale LEVATA DI CHARTAGO (realtà ostile ad Euroma)
- Canadizzazione del clima in nord Europa per blocco della AMOC, all'interno di un quadro ambientale mondiale che è in surriscaldamento globale.
- Un mondo che sarà densamente popolato e quindi altamente competitivo, con guerre finanziarie e cyber e poi militari, scarsità di risorse vitali (materie prime e terre fertili ed acqua dolce), crisi energetiche e danni da climate change.
- Nel mondo una salita del livello degli Oceani (effetti più dilazionati nel tempo dentro il Mediterraneo perchè mare chiuso), emersione di mini-uragani mediterranei e tempeste stagionali in Nord Europa (anche a causa di bolle stagnanti cicloni/anticicloni per rallentamento dei jet streams).
- In Asia, accelerazione del processo di desertificazione con contestuale traslazione a nord della fascia del clima temperato ed impatti negativi per crescita del livello del mare ed Uragani, cambiamenti anche nella direzione e stagionalità monsonica. Il deserto in Asia s'espanderà nella Steppa, la Taiga diventerà Steppa, la Tundra diventerà Taiga. Il livello del mar polare salito di livello per melting del ghiaccio in polo Nord ICE FREE, causerà ampi allagamenti di mare lungo tutte le coste della Siberia (che sono basse), con drastici cambi della morfologia geografica ed un relativo rapido scioglimento del PERMAFROST, con contestuale rilascio di massive quantità di gas serra (incontrollabile variabile climatica a feeback positivo)
- Migrazioni & guerre asimmetriche con scontri militari in ambiente urbano in Europa, pulizie etniche e guerra di ripopolamento, attacchi BC & epidemie, massive nuclearizzazioni NATO nel Mediterraneo.
- Contestuale guerra simmetrica in Asia con oggetto la Siberia: WWIII in lotta tra Aggressors vs Defenders.
Un paese prevalentemente di trasformazione privo di materie prime e fonti di energia, in un contesto in cui le risorse diventano più rare, non potrà mantenere il proprio livello di produzione, a causa delle difficoltà d'accesso a materie prime, semilavorati, energia. Anche a causa del fatto che, il proprio spazio sarà soggetto a danni e mutamenti climatici (DESERTIFICAZIONE DELL'ITALIA, RISALITA DEL LIVELLO DEL MARE, PROLIFERAZIONE DI MALATTIE TROPICALI, MEDICANE & TROMBE MARINE, oltre alle tradizionali e storiche eruzioni vulcaniche, frane, terremoti, incendi...) e MIGRAZIONI APOCALITTICHE che di certo creeranno guerre, danneggiando e/o distruggendo l'apparato produttivo.
Per cui, affidarsi fideisticamente alla curva normale, interpolando matematicamente la crescita di pil e produttività italiane per i futuri decenni, partendo da serie storiche del passato, in cui però sono implicite e profondamente diverse le premesse dell'ambiente economico, è sbagliato!. Le seriazioni del passato, non hanno una rappresentatività adeguata al contesto economico prospettico, che invece sarà assai differente e molto più deteriorato del passato!.
Nei prossimi decenni 2020s-2030s-2040s-2050s il pil italiano (ammesso che sia misurato) avrà un trend calante. E' alquanto improbabile, che il pil italiano abbia un trend costante. E' impossibile, che il pil italiano abbia un trend crescente!.
Facciamo due MINI-SCENARI
con un banale esercizio di capitalizzazione,
con un banale esercizio di capitalizzazione,
per vedere cosa succederebbe
alla dinamica Debito/Pil Italia nel caso in cui:
alla dinamica Debito/Pil Italia nel caso in cui:
Caso 1: tasso crescita di lungo periodo Pil lievemente calante, tasso di crescita di lungo periodo del debito costante +2%, Guerre Puniche II nel decennio 2050s
- Nel decennio 2020s se l'Italia continuasse ad avere un Pil in crescita di lungo periodo del +0.1% mentre il Debito pubblico continuasse a crescere del +2% annuo, alla fine del decennio 2020s il quoziente Debito/Pil Italia sarebbe intorno al 161%
- Nel decennio 2030s se l'Italia a causa dei danni da Climate Change, Sovrappopolazione sulla Terra e forte competizione internazionale, avesse un tasso di crescita medio di lungo periodo del Pil del -0.1% ed il debito pubblico italiano continuasse a crescere del +2% annuo, alla fine del decennio 2030s l'Italia avrebbe un quoziente Debito/Pil di circa 198%
- Nel decennio 2040s se l'Italia a causa dei danni da Climate Change, Sovrappopolazione sulla Terra e forte competizione internazionale, avesse un tasso di crescita medio di lungo periodo del Pil del -0.3% ed il debito pubblico italiano continuasse a crescere del +2% annuo, alla fine del decennio 2040s l'Italia avrebbe un quoziente Debito/Pil di circa 248%
- Alla fine del decennio 2050s se l'Italia a causa delle Guerre Puniche II, danni da Climate Change, Sovrappopolazione sulla Terra e forte competizione internazionale, avesse un tracollo del Pil del -50% ed il debito pubblico italiano avesse continuato a crescere del +2% annuo, alla fine del decennio 2050s l'Italia avrebbe un quoziente Debito/Pil di circa 309893%.
Caso 2: tasso crescita di lungo periodo con Pil calante, tasso crescita di lungo periodo a debito crescente, Guerre Puniche II nel decennio 2050s
- Nel decennio 2020s se l'Italia continuasse ad avere un Pil in crescita di lungo periodo del +0.1% mentre il Debito pubblico continuasse a crescere del +3% annuo, alla fine del decennio 2020s il quoziente Debito/Pil Italia sarebbe intorno al 177%
- Nel decennio 2030s se l'Italia a causa dei danni da Climate Change, Sovrappopolazione sulla Terra e forte competizione internazionale, avesse un tasso di crescita medio di lungo periodo del Pil del -0.1% ed il debito pubblico italiano continuasse a crescere del +4% annuo, alla fine del decennio 2030s l'Italia avrebbe un quoziente Debito/Pil di circa 265%
- Nel decennio 2040s se l'Italia a causa dei danni da Climate Change, Sovrappopolazione sulla Terra e forte competizione internazionale, avesse un tasso di crescita medio di lungo periodo del Pil del -0.3% ed il debito pubblico italiano continuasse a crescere del +6% annuo, alla fine del decennio 2040s l'Italia avrebbe un quoziente Debito/Pil di circa 551%
- Alla fine del decennio 2050s se l'Italia a causa delle Guerre Puniche II, danni da Climate Change, Sovrappopolazione sulla Terra e forte competizione internazionale, avesse un tracollo del Pil del -50% ed il debito pubblico italiano avesse continuato a crescere del +10% annuo, alla fine del decennio 2050s l'Italia avrebbe un quoziente Debito/Pil di circa 1463810%.
Cosa dovrebbe fare il popolo italiano,
per sopravvivere al XXI secolo?!
per sopravvivere al XXI secolo?!
h0: Se la popolazione italiana vorrà sopravvivere al XXI secolo, allora il calo fisiologico della popolazione italiana potrebbe IMHO in parte assorbire l'overshoot, per cui il Pil_procapite dei decenni futuri potrebbe essere viscoso verso il basso (ossia leggermente calante nel tempo) oppure anche tendenzialmente costante. Poichè la penisola italica è collocata geograficamente di fronte all'Africa dove sta esplodendo la BOMBA DEMOGRAFICA AFRICANA, è ovvio che gli italiani dovranno chiudere le porte stagne sull'Africa, respingendo le migrazioni. Questo per proteggere il proprio territorio che sarà comunque inevitabilmente piagato dal climate change, ma la riduzione fisiologica della popolazione italiana, potrebbe permettere d'assorbire in buona parte l'overshoot. SE l'Italia non si preparerà militarmente per respingere nei prossimi 30 anni l'invasione subsahariana, implementando oggi, una difesa continentale dell'Europa, ed abbattendo da oggi in larga parte il proprio debito pubblico italiano (assicurandosi in prospettiva la capacità di fare leverage nel futuro), IL POPOLO ITALIANO NON SOPRAVVIVERÀ al XXI°secolo.
Aggiornamento caso Italia: DEF 2019 e dei miracoli che verranno o forse no!
Aggiornamento caso Italia: Italia 2019 la Congiuntura,
il Lungo periodo, la Concorrenza
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