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Vaffanculo DVB-T2

Un topic interessante di qualche quinquennio fà, fu lo scontro in epoca di SWITCH-OFF dell'analogico, per la migrazione al digitale. I consumatori italiani furono spinti dallo stupido legislatore italiano, verso uno standard tecnologico vetusto ed inidoneo all'Italia: il DVB-T. 
La scelta del DVB-T al posto del DVB-S fu una iattura politica, una ciofeca tecnologica, che fu imposta e rifilata agli italiani, all'unico scopo di perpetuare interessi personali e politici, di un duopolio, castrando l'interesse del popolo italiano ad avere un sistema informativo multipolare!. S'ebbe a marginalizzare il più moderno DVB-S, in cui il consorzio EUTELSAT/ARIANE avevano dentro una posizione italiana di punta, che avrebbe potuto essere potenziata in questo decennio, con impatti benefici sul Pil italiano.

Il bidone di MERDA del DVB-T
Nelle telecomunicazioni, l'acronimo DVB-T sta per Digital Video Broadcasting - Terrestrial, è lo standard del consorzio europeo DVB, per una modalità di trasmissione televisiva del digitale terrestre. Il sistema prevede l'adattamento di MUX e dispersione d'energia: il flusso di trasporto MPEG-2 viene trasmesso in una sequenza di pacchetti di dati, di lunghezza fissa, pari a 188 bytes. La diffusione avviene con una tecnica a dispersione d'energia (scrambling), la sequenza di bytes è quindi non correlata, con una capacità non superiore ai 31Mbps.

Difetti del DVB-T:
  • Il dvb-t1 non era tecnologicamente scalabile, perchè le frequenze nell'etere sono date, più di tanto non si può espandere l'offerta aggiungendo canali perchè dei limiti fisici determinano uno spazio finito di trasmissione del dvb-t. Mentre sul satellite, la banda di frequenza è molto più ampia; qualora si dovesse riempire di canali un sat occupando tutti i trasponder, basterebbe semplicemente costruire un altro satellite e metterlo in orbita geostazionaria (avendo risolto il problema).
  • Il dvb-t1 alzava barriere all'entrata, perchè con una telecamera digitale, una presa firewire/USB, un programma di editing a/v ed una connessione ad internet si può mettere in rete e diffondere le proprie fuffe. Per fare informazione sul dtt occorrono tanti soldi e tanti investimenti in hw e sw, facendo la tv in modo tradizionale e dovendo pure pagare il roaming a rai e media$et con prezzi che non sono calanti e fissati dall'autorithy, ma sono negoziati tra le parti e che potrebbero essere alti e $alati (poca banda, alti costi, scadenze di contratto e rinnovi brevi). Poi ci possono essere problemi di roaming perchè rai e media$et che hanno i propri ripetitori, possono multiplexare dinamicamente le trasmissioni altrui sottraendo banda altrui a favore delle proprie aumentando il bit-rate delle trasmissioni, la qualità a/v sfavorendo i competitor (difficile da dimostrare dato che la ricezione del dtt dal consumatore dipende dalle antenne orientate, dalle reti coassiali nuove,dai partitori di segnale, e dai ricevitori dtt). I nuovi entranti dovrebbero costruirsi una rete propria mettendo altri ripetitori su quelli già presenti sul territorio (mentre con un trasponder sul satellite potrebbero illuminare tutta l'europa), il 60% delle frequenze rai e media$et rimangono in uso ai 2 monopolisti, che avendo la proprietà delle reti di trasmissione non hanno interessi ad avere concorrenza. Viceversa il satellite è messo in orbita da un carrier che è esterno a rai e media$et e per massimizzare il proprio profitto, il carrier ha tutto l'interesse a dare banda e pari visibilità a tutti quelli che vogliono trasmettere dal satellite. Le scelte se essere pay o free tv, non dipendono dal carrier satellitare ma dalle scelte aziendali di posizionamento dei content provider che trasmettono dal satellite!.
  • Il dvb-t1 non era idoneo ad un mercato unico multimediale europeo, perchè il dvb-t ha spazio potenziale per soli 60*X canali. Dove 60 à la somma dei canali uhf+vhf mentre X è il fattore di compressione che si aggira tra 1:4 ed 1:5 (non oltre se no la qualità a/v diventa pessima). De facto potenzialmente il dvb-t ha spazio per 60*5=300 canali. La realtà però prima dello switch-off da analogico a dvb-t1 era ben diversa, i canali, per ogni area erano fissati dal Piano Nazionale delle Frequenze e pianificate un massimo di 18 reti di trasmissione, di cui 12 reti erano state riservate alle emittenti nazionali e le rimanenti 6 alla programmazione regionale (6 per ogni regione). Quindi, il numero totale di canali si ottiene moltiplicando 18 (i Mux) per il numero di canali in ogni Mux (che è gestibile da chi possiede il Mux). Le gamme designate sono Vhf-III (da 174 a 223 MHz), Uhf-IV e Uhf-V (da 470 a 854 MHz). I canali sono quindi 54, con 6 in  VHF e 48 in UHF. Di questi 54 sono poi state pianificate 18 reti di trasmissione, dal momento che la struttura 3-Sfn (Single Frequency Network) della rete nazionale prevede l'impiego di 3 diverse frequenze per ogni rete di trasmissione. Il conto massimo dei canali del dvb-t1 è di **108 canali tv** (108=18x6, posto che ci siano 6 canali per MUX, il massimo possibile!). Le molte emittenti.tv regionali all'epoca dell'analogico non avendo una visibilità nazionale (ma una visibilità regionale) non potevano accedere e competere nella raccolta delle risorse pubblicitarie, come rai e media$et che avendo una rete propria potevano accedere al 95% della raccolta pubblicitaria costringendo le altre 700 emittenti.tv a vivere con meno del 5% della raccolta pubblicitaria. Ovviamente 108 canali sono molto pochi dato che in europa i potenziale mercato paritario dato dal [numero di tutte le lingue europee o dei ceppi dominanti europei] x [numero delle emittenti.tv e dei canali] che esistono in europa, tale dato è maggiore di 700 > 108. E'ovvio che il dvb-t non è ideoneo ad un mercato europeo unico dell'informazione/intrattenimento, lascerebbe fuori delle televisioni europee oscurandole per carenza di spazio!. A differenza del satellite dvb-s, quanto di Internet. Sul satellite già da tempo da una sola posizione satellitare, "con frequenze saturate", si ricevono, attualmente, circa 1100 canali TV. Tra i diversi slot orbitali viene mantenuta una separazione di circa 3°gradi sull'orbita geostazionaria. Alle latitudini italiane sono ricevibili, all'incirca, i satelliti negli slot compresi tra 70°gradi Est e 50°gradi Ovest, diciamo quindi, potenzialmente, 40 slot orbitali. Se ciascuno slot orbitale fosse popolato, in termini di satelliti e frequenze, in modo "saturo", un possessore di parabola motorizzata avrebbe un accesso potenziale a circa 40x1100=44'000 canali TV. Se invece si avesse un doppio LNB si potrebbe accedere a 2'200 canali da 2 satelliti. La piattaforma satellitare è molto più capiente del digitale terrestre!!. Ovviamente, se si rinunciasse alla diffusione delle radio, riservando tutta la banda alle TV, il numero potrebbe crescere ancora. Il numero di canali gestiti da Astra/Eutelsat crescerebbe ancora di più, a seguito dell'introduzione dello standard DVB-S2, che è già pronto da tempo. Sul digitale terrestre l'alta definizione annulla il fattore di compressione: con l'introduzione dell'alta definizione HD-TV la banda passante tipica di una frequenza DVB-T 5-25 MBit/sec come larghezza di banda per un canale in Standard Definition TV (SDTV 480i cioè 768x576) 4.5 MBit/sec mentre in High defition TV (HDTV 720P 1920x1080) 13.6 MBit/sec quindi l'assorbimento di banda in HD sarebbe un mux 1:2 ed il totale dei potenziali canali in dvb-t1 sarebbe non più di 120 canali tematici/generalisti, commerciali, nazionali e pay sul dtt. 
  • Il dvb-t1 era obsoleto perchè tale standard fu definito molti anni fà,
    c'è poco da sperimentare, inoltre la compressione del segnale digitalizzato avviene con l'MPEG2 che è alquanto inferiore rispetto all'MPEG4 che tutti usano in internet. MPEG-4 è stato ideato per bit-rate bassi (ma non troppo) da pochi kbit/s fino a 4 Mbit/s, ma poi in realtà è più efficiente di MPEG-2 anche per bit-rate più alti, e non poteva essere altrimenti, visto che al suo interno ha gli stessi algoritmi di MPEG-2 più altri migliori. Comunque ora c'è  MPEG-4, detto MPEG-4 AVC (Advanced Video Coding) o MPEG-4 Part 10, che in realtà è H.264, derivato da un altro standard di compressione, H.263 (la famiglia di codec H.26x non è sviluppata dal gruppo MPEG, ma a volte hanno sviluppato assieme codec in comune come lo stesso MPEG-2 che è anche H.262, ed adesso MPEG-4 AVC / H.264). Ovviamente, la velocità di trasmissione non è altro che il bit-rate, quindi, a parità di qualità e con un video ad alta definizione, MPEG-4 AVC richiede metà del bit-rate dell'MPEG-2. Questo vuol dire MPEG-4 AVC utilizzando il bit-rate dell'MPEG-2 avrebbe avuto una qualità maggiore. Inoltre il dvb-t1 non ha nulla, ma proprio nulla a che vedere con l'HDTV (che tale standard prevede sui tvc un maggior numero di righe ed una maggiore definizione rispetto al PAL). Per altro in Francia sul digitale terrestre stanno implementando l'MPEG4 e non l'MPEG2 (almeno per i canali criptati). Inoltre non sarà possibile per motivi tecnici aggiornare i set top box ad MPEG4 se venisse implentato (salvo non cambiare ex-novo il set top box appena comprato). Questo in quanto per avere la decodifica MPEG4 su singolo chip (che quindi costerebbero piu o meno come i single-chip MPEG2), oggi si è costretti a usare dei DSP, che costano quasi il triplo rispetto ad un singolo chip integrato. In un ottica di economie di scala e per la velocita di cambio canale, che è inferiore nei DSP rispetto a un chip integrato, i produttori di set top boxes preferiscono però continuare a non usare i DSP, pertanto i set top boxes non potranno mai aggiornarsi da MEPG2 ad MPEG4 qualora il dtt fosse upgradato da DVB-T1(MPEG2) ad DVB-T2(MPEG4)
  • Fu molto costoso da implementare il DVB-T, specie per le piccole emittenti televisive, che nel passaggio al DVB-T, moltissime antenne locali ebbero a chiudere i battenti!.
     
  • La decisione presa dal CSX e confermata dal CDX e poi rifinanziata dal CSX, fu una scelta tecnologica assai opinabile in quanto a)le direzione tecnologica che fu imposta al mercato italiano fu anacronistica rispetto alla digitalizzazione "low cost" che con internet e le telecamere digitali, già offrivano b)con YouTube e DailiyMotion c)uno spazio di libertà con lo streaming e pluralità informativa, era presente per garantire libertà d'espressione, molto più ampia di quanto la merda del DVB-T potesse offrire.
  • Il DVB-T sarebbe stato uno standard di trasmissione/diffusione più opportuno alle "pay tv" piuttosto che alle Televisioni Pubbliche e Commerciali, dato che il DVB-T è un protocollo di trasmissione terrestre, che non è capace di superare i problemi orogenetici del territorio nazionale italiano, come invece il DVB-S ed internet, permettono!
  • Anzi, il DVB-T è un sistema più vulnerabile alle interferenze, di quanto lo fosse il vecchio sistema analogico, in quanto "un segnale molto sporco e con tanta neve" ossia un segnale rediotelevisivo molto ricco d'interferenza, un tempo poteva essere comunque ricevuto e proiettato dai vecchi televisori analogici, mentre nel DVB-T sotto una data soglia di ricezione del segnale, il flusso dati non è decompresso e lo schermo televisivo rimane nero oppure freezato con squadrettature cromatiche.
  • Se al momento dello SWITCH-OFF dell'analogico, l'Italia fosse migrata sul digitale DVB-S e IP-TV con banda larga, (piuttosto che restare inchiodata al vetusto DVB-T con le reti di contribuzione DVB-S) oggi, con l'espansione della telefonia (che andrà ad occupare bande di frequenza in uso al DVB-T), non ci sarebbe stato la necessità per gli italiani di migrare al DVB-T2.
  • Palate di milioni di Euro sono state sputtanati dalla p.a. per i deliri di una telecrazia digitale, con la p.a. sul televisore di casa tramite il DVB-T con decoder DVB-T dotati di modem 33.6bps ossia paccottiglia hardware obsoleta, che non ha innovato un cazzo!
Con la diffusione della telefonia mobile, alcune bande di frequenza attualmente in uso al DVB-T saranno nei prossimi anni, occupate dai ponti radio, per la telefonia cellulare.
I consumatori quindi, dovranno migrare al DVB-T2 per cui la conseguenza diretta, sarà che oltre ad esserci aggiornamenti costosi nelle dorsali dei ripetitori terrestri, per le emittenti televisive terrestri, c'è anche l'onere per tutti gli utenti italiani che dovranno già cambiare il proprio televisore o sintonizzatore (dopo appena 10 anni), in quanto ci sarà un altro SWITCH-OFF che renderà incompatibili tutti i televisori dotati di sintonizzatore DVB-T1. Gli attuali televisori in DVB-T non sono compatibili con il DVB-T2 il quale dispone di codec di compressione MPEG4 (simili ai più vecchio DVB-S con MPEG2 ma molto più efficiente di Dvb-t)
Da DVB-S1 a DVB-S2
In telecomunicazioni il DVB-S, acronimo di Digital Video Broadcasting - Satellite, è lo standard del consorzio europeo DVB per una modalità di trasmissione televisiva satellitare. Il sistema prevede la trasmissione in modalità broadcast di un flusso audio/video digitale della famiglia MPEG-2, utilizzando un sistema di modulazione QPSK con codifica di canale concatenata, con una multiplazione che varia dai 19Mbps ai 68Mbps. È il sistema di trasmissione tipico di chi riceve programmi televisivi da satellit,e attraverso la nota antenna parabolica, posta all'esterno dell'edificio ed il decoder satellitare all'interno. Inoltre, è lo stesso sistema (reti di contribuzione) che alimenta i ripetitori del DVB-T i quali, ripetono il segnale satellitare DVB-S ricevuto, avendolo decodificato in DVB-T e poi, irraggiandolo "nell'etere italiano" dentro frequenze terrestri.
Comprendendo come funziona la rete di contribuzione del DVB-S1 (che muta in DVB-S2), si capisce immediatamente che la scelta iniziale dell'uso del DVB-T1, imposta dal legislatore italiano, fu un delirio tecnologico, atto a rallentare il declino del duopolio Rai-Media$et.
  • Tutti i ripetitori terrestri italiani che trasmettono in DVB-T, s'alimentano dalla rete satellitare in DVB-S (reti di contribuzione), per cui non si capisce (se non per ragioni d'interesse politico e personale) perchè lo stupido legislatore italiano, durante lo switch-off tra analogico e digitale, abbia imposto il vetusto standard DVB-T, piuttosto che il più moderno DVB-S e banda larga IP-TV.
  • Le piccole antenne locali che un tempo trasmettevano in analogico, invece di chiudere nel passaggio al DVB-T per assenza di fondi con cui finanziare gli investimenti costosi, avrebbero potuto essere irraggiate con bassi costi, con l'uso di costellazioni di Satelliti, ottenendo visibilità potenziale in tutta Europa, con una diffusione di set_top box DVB-S e parabole, appoggiandosi ai carrier ASTRA/EUTELSAT. 
  • Anche uno scemo, può capire che questo passaggio, avrebbe potuto essere un importante volano turistico per l'Italia, che è una penisola, a naturale vocazione turistica, per clima, cucina e tradizioni storica e culturale...
  • Certo, il retro della medaglia era che il DUOPOLIO Rai-Medi$et sarebbe finito: Media$et non avrebbe più fatto extra-profitti dal modello della obsoleta tv-generalista, la Rai e la propaganda politica non avrebbe più orientato il corpo elettorale: ci sarebbero stati 6 stronzi, in un mare di 3 MILA CANALI!.
  • Aggiungendo le multiple pista audio (inglese, francese, tedesco, spagnolo, italiano) probabilmente sarebbe iniziata a crescere da 10 anni, nel pubblico europeo, irraggiato dai canali satellitari tematici europei con multiple piste audio, un'inconscia consapevolezza che la UE avrebbe dovuto diventare quanto prima la CED-De Gasperi ossia gli USE. Ma La SX comunista e leninista si è sempre opposta alla CED-De Gasperi, mentre Berlusconi temeva l'avvento dei reati federali europei!.
Internet Streaming
Oggi, sono diventate OBSOLETE e SUPERFLUE, tutte le reti di trasmissione radiotelevisive in frequenze terrestri (DVB-T/DVB-T2) come strumento per la fruizione di contenuti multimediali!.
La diffusione del DVB-S a DVB-S2 ed i suoi aggiornamenti, e sopratutto la sempre più capillare presenza della banda larga (nei paesi del I°mondo), sia in versione xDSL quanto in Fibra Ottica (FFTC/FFTE, FTTH) permettono all'utente di visionare contenuti multimediali, della stessa qualità televisiva, avendo però a disposizione contemporaneamente una connessione dati bidirezionali, da molti Mbit/sec in upload!.
  • Con una ADSL da 14 Mbit/sec in download e 2 Mbit/sec in upload, due computer da un router hanno 7 Mbit/sec di banda disponibile in download, un valore più che sufficiente per fruire un ottimo streaming via internet!. Oltre a 1 Mbit/sec di banda in upload, un dato più che sufficiente per navigare e fare modeste videoconferenze a bassa risoluzione.
  • Con della FIBRA OTTICA FFTC/FFTE da 100 Mbit/sec in download e 20 Mbit/sec in upload, quattro computer hanno 25 Mbit/sec di banda disponibile, un valore più che sufficiente per fruire di un ottimo streaming via internet!. Con 5 Mbit/sec di banda in upload, un valore più che sufficiente per fare videoconferenze online, con una buona risoluzione video.
  • Una FTTH da 1 Gbit/sec in download, condivisa da un router adeguato su quattro computer permette circa 250 Mbit/sec di banda in download, un valore stratosferico di dati, che può trovare un collo di bottiglia più nel computer/notebook/pad dell'utente, a causa di limitazioni nella RAM & clock della CPU & efficienza dei sistemi operativi, piuttosto che nelle reali capacità di trasferimento dati.
Vaffanculo DVB-T2 
come non pagare il canone RAI,
rimuovendo il consumo televisivo,
sostituendolo con lo streaming via internet!
  1. Allo stato attuale della normativa, anche il vecchio televisore CRT dotato di sintonizzatore analogico (che sarebbe DUE generazioni distante) ed incapace di ricevere DVB-T1 e DVB-T2, avendo il vecchio televisore la SCART, v'impone legalmente di pagare il merdo$o canone RAI.
  2. Il vecchio televisore (se non ci siete affezionati) può essere buttato e quindi, potete risparmiare i E90 annui.
  3. Purtroppo i nuovi televisori dotati di sintonizzatore DVB-T1, ancorchè incapaci di ricevere il DVB-T2 non possono essere riciclati come monitor, in quanto vi imporrebbero di pagare il canone, essendo dotati di sintonizzatore (ancorchè inutilizzabile).
  4. Considerato però che il canone rai è di E90 l'anno, vendendo il televisore in usato, con quello che si risparmia all'anno di canone Rai, ci si può comprare un monitor da computer (senza sintonizzatore) da collegare ad un computer, dotato però di connessione internet.


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