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il Deja Vu delle politiche industriali IRI-EFIM-ITALSTAT non ristorneranno il declino italiano

Immaginate d'essere un imprenditore, detentore di un brevetto alquanto modesto, con il quale avete assemblato un prototipo di un prodotto. Per valutare il mercato potenziale di tale ideazione, sottoponete il vostro prototipo ad un PANEL di 100 persone, che sono rappresentative di tutti i possibili utenti italiani, che potrebbero acquistare il prodotto.

Immaginate che delle 100 persone, 99 dicano che il vostro prodotto sia una MERDA e non lo comprerebbero mai, mentre solo 1 persona del PANEL, coraggiosamente affermerebbe che tale prodotto sarebbe disposto ad acquistarlo!.

Immaginate che:
  • a prescindere dai complessi adempimenti amministrativi dello Stato Italiano, 
  • delle Regioni, 
  • delle Grandi aree metropolitane
  •  e delle provincie 
  • e dei comuni,  
  • a prescindere dalle alte imposte italiane, 
  • dell'alto costo del lavoro in italia (per irpef ed oneri inps) 
  • a prescindere dagli scioperi ideologizzati dei sindacati, 
la fabbrica (con dimensioni ottimali) che possiate costruire in Italia, fosse capace di produrre 500mila pezzi l'anno del vostro prodotto, minimizzando così i costi operativi di produzione (solo al 99% del livello di produzione) per i vostri moduli di assorbimento kreislauf, nel vostro studio di fattibilità.

In Italia siamo poco meno di 60milioni di persone, poiché il vostro prodotto piacerebbe solo all'1% della popolazione italiana (previsione del PANEL) il mercato potenziale italiano sarebbe poco meno del 0.01*60MLN=600mila pezzi. Ossia in un anno di lavoro al massimo della capacità produttiva, poi la vostra nuova fabbrica avrebbe esaurito lo spazio commerciale saturando il mercato e quindi poi dovreste chiudere per assenza di ricavi!.

Produrre in Euro un bene giudicato una MERDA dal 99% dei consumatori, é come dire che sicuramente il vostro prodotto avrebbe bassa tecnologia, in ogni caso sarebbe un prodotto incapace di competere con analoghi prodotti stranieri. De facto, nell'ipotesi evidenziata, non potreste MAI fare business in Italia od in Europa, non avendo un prodotto competitivo!.

In Europa: immaginate che il vostro prodotto anche se è una MERDA, fosse in grado di sostenere un po' di spese di trasporto e quindi potrebbe essere venduto teoricamente anche in Europa. Dando in pasto ad un panel europeo il vostro prodotto, immaginate che il livello di gradimento non schioderebbe dal 1% (lo stesso del mercato italiano). Il vostro mercato potenziale in Europa sarebbe di circa 5MLN=0.01*500MLN che equivarrebbe a 10 anni di vita utile per la vostra fabbrica, se il vostro prodotto potesse accedere al mercato europeo senza dazi e contingentamenti. Se il vostro prodotto invece non fosse capace di sostenere un po' di spese di trasporto allora dovreste per forza localizzare la vostra fabbrichetta nel paese con maggiore domanda oppure con minori imposte (Germania, Francia, Spagna...)

In Cina ed India: immaginate adesso, di poter implementare la vostra fabbrica in Cina e poi di poter esportare il vostro prodotto anche in India: il mercato potenziale a cui potreste arrivare sarebbe (1.2MLD di cinesi + 1.1MLD d'indiani)*0.01=23MLN di pezzi che equivarrebbero a circa 23MLN/500mila pezzi prodotti all'anno=46 anni di vita utile della vostra fabbrica, impiegata al massimo del volume produttivo, con moduli kreislauf d'assorbimento al minimo. Supponete che invece di costruire un impianto da 500mila pezzi possiate costruire un impianto da 1milione di pezzi l'anno permettendovi di avere un costo di produzione di 1/10 rispetto all'impianto da 500mila pezzi.

Supponendo pessimisticamente lo stesso livello di gradimento dei consumatori europei replicato anche in Cina ed India, la vostra fabbrica avrebbe una vita utile di 23 anni con l'impianto da 1milione di pezzi, garantendovi un margine di contribuzione più alto rispetto alla struttura da 500mila pezzi. Tuttavia dato che i due mercati non sono saturi, potrebbe capitare che dando in pasto la vostra MERDA di prodotto ad un panel cinese ed indiano, il vostro prodotto potrebbe avere un livello di gradimento più alto del 1% rispetto a quanto già valutato da un panel italiano/europeo in un mercato saturo!.

Ho quindi dimostrato con un banale esempio teorico, che ancorché assemblando un prototipo orrendo (a basso valore aggiunto, oppure low tech, in ogni caso poco competitivo, un classico manufatto solitamente sfornato dall'industria pubblica o parastatale) non ci sarebbe mercato in Italia e modesto sarebbe lo spazio in Europa.

Mentre la stessa SOLA di MANUFATTO se fosse prodotto in Asia (avendo sbocco sui mercati Indiani e Cinesi che non sono saturi ed hanno quindi dei volumi potenziali immensi) troverebbe un'ottima accoglienza, sarebbe facile fare business plan trovando una facile fattibilità economica del progetto.

Per dirla in parole povere: nuove politiche industriali di neo-IRI-EFIM-ITALSTAT non ristorneranno il declino industriale italiano, perché le economie di scala e dimensione sono tutte in Asia!. 

Gli anni sessanta sono passati, oggi c’é la Cina, l’India, il sud Korea, le tigri asiatiche e pure i paesi dell’Est Europa. Oggi e domani il mondo é/sarà molto competitivo e molti sono i treni tecnologici che ha perso l’Italia, con tanti distretti industriali chiusi. Senza brevetti, non si va da nessuna parte, ma la dimensione media del tessuto industriale italiano non supera le 10 persone, per cui non c’é modo per queste combinazioni produttive (artigianali, marginali o piccole) di creare innovazioni di prodotto e processo, dato che non hanno fatto mai e non faranno mai, ricerca & sviluppo applicata.